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Marenghi: ricerca e internazionalizzazione le sfide dell’Università PDF Stampa E-mail
domenica 04 gennaio 2009

Image Progetti e azioni concrete per il rilancio della facoltà di Giurisprudenza. Ne parliamo con il preside, Enzo Maria Marenghi, eletto a pieni voti a dicembre scorso. Marenghi, 60 anni, da venti è docente ordinario, da trenta insegna diritto amministrativo, ha sempre affiancato all'insegnamento universitario la professione forense. È stato eletto preside di una delle facoltà con il maggior numero di iscritti in un momento di crisi per l'Università in genere. Qual è la situazione dell'Ateneo salernitano? «L'Università risente della duplice crisi, sia economica che interna. Dal primo punto di vista bisogna fare i conti con la contrazione dei finanziamenti. Fino ad oggi tutti gli atenei hanno vissuto di finanza derivata, con assegnazioni da parte dello Stato. Ora bisogna voltare pagina». In che senso? «È necessario trovare nuove fonti di finanziamento e quindi entrare in contatto con il territorio. Qui a differenza del nord il sistema economico non offre molte opportunità, il settore privato è debole e quello pubblico è caratterizzato da una crisi strutturale, si pensi alla situazione degli enti locali. È necessario individuare un progetto comune». Quale soluzione propone? «Ho lanciato l'idea di una conferenza annuale di facoltà con la partecipazione di dieci docenti ordinari. Quella di quest'anno avrà ad oggetto appunto la crisi economica e finanziaria e dovranno essere individuate soluzioni operative. L'idea è stata condivisa e approvata dal Consiglio di Facoltà». E sulla crisi interna che impatto può avere la riforma tanto contestata? «L'Università di Salerno è abituata alle crisi, è nata all'indomani del Sessantotto, in un momento difficile. La riforma prevede tra l'altro una contrazione e un modello piramidale con una consistente riduzione degli ordinari e un ampliamento della base e quindi dei ricercatori». Come vede il futuro per a Giurisprudenza? «Ritengo che la contrazione non sia del tutto negativa. Giurisprudenza a Salerno è una tra le facoltà più gettonate, con una media costante di circa mille iscritti all'anno. Ha 120 docenti, tra ordinari, associati e ricercatori. Con una razionalizzazione delle risorse umane ritengo sia in grado di dare la stessa offerta didattica». Oggi si parla molto di formazione. Cosa ne pensa? «Si tratta di una grande scommessa per il futuro, ma è importante che l'offerta formativa non sia più divisa tra Stato Regioni e Università. Si deve creare un sistema. E poi è importante il processo di aggregazione tra le Università, devono crearsi poli di eccellenza. Senza dimenticare un nuovo approccio all'internazionalizzazione». Quale? «Non basta Erasmus è necessario mettere in rete la ricerca, questa è la vera scommessa per il futuro».

articolo di Antonella Barone