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Il tenente dei carabinieri fu ucciso a Pagani per sventare una rapina E ora un caso inquietante PDF Stampa E-mail
mercoledì 28 gennaio 2009
Minacce in carcere all’autista dei killer di Pittoni

 

Nocera Inferiore. Trasferito dal carcere di Salerno Gennaro Carotenuto: sarebbe stato intimidito da alcuni detenuti con atteggiamenti aggressivi, ingiurie e avvertimenti minacciosi. Il trentasettenne Carotenuto di Torre Annunziata, detto "Schumacher", fino a poche ore fa, si trovava al carcere di Fuorni con l'accusa di concorso in omicidio per essere stato alla guida dell'auto con la quale, il sei giugno 2008, tre rapinatori assalirono l'ufficio postale di corso Ettore Padovano a Pagani, e uno di questi uccise il tenente Marco Pittoni, comandante la tenenza dei carabinieri. Il trentasettenne torrese è stato portato in un altro penitenziario, lontano dal salernitano e dal napoletano. Il trasferimento sarebbe stato disposto dopo la segnalazione di alcune intimidazioni che Carotenuto avrebbe ricevuto da reclusi nella casa circondariale di Salerno, il quali gli avrebbero detto pure che primo poi l'avrebbe pagata per quello che aveva fatto. "Schumacher" ha assunto, infatti, un ruolo importante nell'inchiesta sull'omicidio Pittoni. Nelle indagini subito dopo l'assassinio, erano stati arrestati oltre Carotenuto, anche Fabio Prete di 20 anni, il ventiduenne Giovanni Fontana, tutti di Torre Annunziata, e una quarta persona che sarebbe stata incolpata ingiustamente da Prete. Proprio Prete avrebbe accusato Carotenuto di essere il killer dell'ufficiale dell'Arma. A questo punto, "Schumacher" (così soprannominato per la sua abilità nel guidare le automobili) ricostruì davanti agli inquirenti le varie fasi della rapina, rilevò l'identità del presunto quarto uomo e accusò quest'ultimo di essere l'assassino del tenente Pittoni. E così iniziarono le ricerche del diciassettenne M.C. di Torre Annunziata, figlio di un noto pregiudicato vicino al clan Gionta, individuato dal pm Amedeo Sessa della procura di Nocera Inferiore, come colui il quale avrebbe sparato contro il comandante della tenenza carabinieri di Pagani, eroicamente intervenuto a mani nude per fermare i rapinatori, per non mettere in pericolo gli utenti e gli impiegati presenti nell'ufficio postale. M.C. avrebbe esploso due colpi da una pistola calibro 357 magnum, uno di quali passò da parte a parte la gola del tenente, uccidendolo. All'uscita dall'ufficio postale, due carabinieri spararono contro i malviventi in fuga con una Volkwagen Fox, e un proiettile colpì il braccio di M.C.. Il diciassettenne fece perdere le sue tracce. Grazie, quindi, anche alle dichiarazioni di Carotenuto, i carabinieri si misero subito a caccia del minorenne. La pressione dei militari che a centinaia tenevano in scacco Torre Annunziata e la necessità dell'operazione per estrarre la pallottola dal braccio avrebbero spinto il diciassettenne torrese a costituirsi. Pochi giorni fa, il pm Sessa ha già spedito l'avviso di conclusione delle indagini, dove Carotenuto, Prete e Fontana sono rimasti indagati per concorso in omicidio. Presso il tribunale per i minorenni di Salerno, invece, a breve si celebrerà il giudizio abbreviato a carico di M.C.

 

Qualche mese fa tentò il suicidio per depressione
Nei mesi scorsi Carotenuto tentò di suicidarsi, tagliandosi le vene, ma fu salvato dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Poggioreale. Da tempo, vivrebbe una condizione di depressione per il rimorso di quanto accaduto quel sei giugno dello scorso anno e perché non avrebbe mai immaginato che quella rapina potesse risolversi in omicidio.

 

 

fonte: ilmattino.it servizo di SALVATORE DE NAPOLI