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Scarlato: «Pdl senza simbolo se non c’è unità» PDF Stampa E-mail
giovedì 29 gennaio 2009

Image «Se il Pdl si frantuma si può contestare anche l'uso del simbolo, tutto torna in discussione, e chi ha detto che noi corriamo da soli?». Guglielmo Scarlato non scioglie la riserva sulla sua partecipazione «in solitario» alla corsa verso la Provincia, ma presenta alcuni interrogativi che fanno intravedere scenari inediti. «Innanzitutto diciamo che io sto aspettando il risultato delle trattative di De Mita. So bene che Ciriaco si sta confrontando con il Pdl regionale. Il mio compito è un altro. Sto organizzando il partito, mettendo a punto l’organizzazione, che mi pare stia crescendo su tutto il territorio». Scarlato insomma aspetta le mosse della coalizione. Nonostante vi sia un «via libera» romano che indica come via obbligata la presentazione delle liste uniche dell’Udc alle provinciali, proprio sulla Campania - e su Salerno in particolare -, Scarlato immagina qualche deroga alla regola generale. «Il fermento ci favorisce. Le condizioni complessive del Pdl in provincia sono di totale confusione. L’alleanza non tiene già nelle prime battute e e potrebbe anche accadere che qualcuno contesti l’attribuzione del simbolo alla lista. Immagino invece molto probabili liste singole che corrano autonomamente. Di qui potrebbe nascere l’esigenza di un diverso schieramento in campo». Potrebbe dunque esserci un’aggregazione con l’Mpa, che metta il bastone tra le ruote al Pdl nello scenario. Man non è dato sapere se la natura dell’intesa cordiale tra De Mita e il ministro Carfagna vada nella direzione di un accordo solo al secondo turno, con candidati distinti in fase di partenza. È pronto il primo di venti sondaggi che i Pdl ha commissionato ad una società specializzata. «Si tratta di un primo importante test - spiega Antonio Russo, segretario organizzativo di Fi, che ci consente di guardare con un certo ottimismo al futuro. Un’importante verifica sul campo, affidabilissima dal punto di vista scientifico che abbiamo commissionato ad uno dei principali istituti demoscopici del Paese. Manteniamo per il momento riservato il nome della società che ci accompagnerà per tutta la campagna elettorale. Un investimento importante anche sul piano economico. Ma so che anche che i nostri avversari seguono questa strada». Si andrà avanti con mille interviste telefoniche su tutta la provincia al ritmo di due al mese. Ogni quindici giorni domande specifiche su gradimento e popolarità dei candidati e orientamento al voto. «Al momento posso solo dire che abbiamo a che fare con una fetta di indecisi ancora molto alta - dice Russo - ma nonostante tutto siano ottimisti». Proprio sulla popolarità e l’affidabilità si punta per avere indicazioni dalla «piazza», un po’ come avvenne quando si evitarono le primarie tra Cirielli e Paravia granzie ad un sondaggio ad hoc. «Per quanto mi riguarda - ribatte il segretario organizzativo di Fi Antonio Russo - mi auguro che l’Udc vada da solo e che poi converga in un eventuale ballottaggio. Contribuirà all’emorragia di voti che si annuncia per Villani. E non facciamo difficoltà a credere che lo stesso Udeur possa avere interesse a sostenerci». Russo interviene anche sulla vicenda dell’Mpa: «Fasolino deve sapere che un buon alleato deve essere leale. Anche tra Forza Italia e An al momento della fusione c’è stata qualche incomprensione. Ma è ben diverso invece remare decisamente contro. Onestamente mi pare che si stia sopravvalutando il peso dell’Mpa. Il criterio è che per vincere noi candidiamo solo chi è il più forte».