La Tufara di Fiano PDF Stampa E-mail
sabato 31 gennaio 2009

Situata a nord del comune di Nocera Inferiore la tufara di Fiano è la storica cava di tufo grigio della città.

Le estrazioni

I principali minerali estratti dalla cava sono la breislakite, la nocerite, la hörnesite, la ralstonite e la fluosiderite. Sono presenti anche la microsommite, la mica, l’ematite acculare, l’ematite terrosa pneumatolitica, la fluorite, l’idrodolomite, la dolomite fluorifera e l’aragonite.

Storia

Il tufo grigio di Nocera ha rappresentato uno dei principali materiali da costruzione di tutto l’Agro Nocerino Sarnese.

  • Un'ulteriore testimonianza del gran lavoro che doveva esserci nelle tufare della città ci viene dalla testimonianza di Senofonte Efesio (scrittore greco vissuto, stando al lessico Suda, tra il II ed il III secolo d.C.), il quale nel suo romanzo "Racconti Efesi intorno ad Abracóme e Anzia", dopo varie peripezie, fa giungere il suo protagonista a Nuceria, in Campania, a lavorare nelle cave di pietra.
  • I cunicoli delle tufare furono usate dai nocerini anche come ricovero nel corso della II Guerra Mondiale.

 

 

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Nocera è fra le poche città al mondo ad avere il vanto di aver dato il nome ad una nuova specie di minerale, ciò grazie al Dr. Arcangelo Scacchi. Egli nacque a Gravina di Puglia il 9 febbraio 1810, morì a Napoli l’11/10/1893. Nel 1842 gli fu conferito l'incarico di insegnamento della Mineralogia all'Università di Napoli e la direzione del Museo Mineralogico che, sotto la sua direzione, ebbe uno sviluppo tale da divenire primo in Italia. In particolare, nel museo, sono esposti circa cento campioni di notevole interesse scientifico per la rarità dei minerali presenti, rinvenuti, in gran parte, nel tufo estratto dalla Tufara di Fiano di Nocera Inferiore.

Nel 1861 fu nominato senatore del Regno di Italia e nel 1865 ebbe la nomina a Rettore dell’Università di Napoli. Scacchi dedicò le sue ricerche in modo prevalente al Vesuvio, ai Campi Flegrei , al Vulture e, come già detto, a Nocera: tufara di Fiano.

Spesso, non riusciamo a trovare adeguati riferimenti storici di cui andare fieri, ma questo è sicuramente uno di essi. La necessità, quindi, di un recupero e di una pratica effettiva dei valori, dei principi e, perché no, degli ideali che hanno permeato la storia del nostro paese, consiglia anche di ricordare meglio questa figura di scienziato che ha amato il suo lavoro ed i luoghi che gli hanno permesso di esercitarlo.

Già nel passato si sono interessati dell’argomento i principali studiosi della storia locale quali: Fresa e l’ing. Loreto, ma i loro sforzi non sono valsi a far commemorare adeguatamente la figura di Scacchi. Seguendo il loro cammino, in riconoscimento della loro eccellente valenza di studiosi, l’Accademia Italiana “Terra del Vesuvio” ha proposto alla commissione toponomastica di Nocera Inferiore di dedicare una piazza al dott. Arcangelo Scacchi (in analogia con la Città di Napoli che gli ha dedicato Piazzetta Scacchi) e di chiamare Via della Nocerite la strada di Fiano.

                                                                                                       Giulio Caso

 

 

 

 

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Domenico Rea e le tufare di Nocera Inferiore

Nel periodo bellico, e specialmente nell’anno 1943, gran parte della popolazione di Nocera Inferiore trovò rifugio dai bombardamenti rifugiandosi nelle tufare. Vivere in questi oscuri antri non doveva essere affatto facile; così ne parla Domenico Rea nei suoi Racconti (Ed. Mondadori 1953).

... Anche noi ci incamminammo in fila indiana verso il fondo del Purgatorio (tufare n.d.r.). Chi veniva in senso inverso, doveva aspettare che passasse la nostra colonna e poi continuare. C’erano a grandi profondità alcune lanterne ad olio che scoprivano debolmente una sorta di paesaggio fatto di valli e colline, coperte letteralmente di gente. Dovevano essere un quarantamila persone (il numero è probabilmente esagerato perché rappresenta la totalità della popolazione di Nocera dell’epoca n.d.r.). Poi il Purgatorio camminava ancora, voltava, girava, si perdeva alla vista. Era come se Nofi (acronimo con cui Rea indicava Nocera n.r.d.) fosse capovolta e si ritrovasse in piccolo tutto il suo paesaggio di vicoli, abitanti, colli e valli.

... Noi trovammo posto sull’orlo del pozzo (pozzo di aerazione e di collegamento con i siti di estrazione del tufo; potrebbe essere proprio quello recentemente crollato n.r.d.), dove c’era anche il beneficio di una lanterna segnale. Si sguazzava nella sporcizia e l’aria sembrava una cosa spessa, sporca, che dava allo stomaco e intontiva. Le poche provviste s’infettarono di quel sapore immondo, che era anche cattivo odore. Mio padre, seduto sul ciglio non ce la faceva a respirare. ...Io e mio cognato.. ci accorgemmo della scomparsa di papà. ... fummo costretti a uscire... Vedemmo un piccolo aeroplano sbucare da dietro la verde collina di Chivoli con la leggerezza di un uccello. Subito dopo sganciò un paio di patacche nel tentativo di far fuori uno sperduto motociclista tedesco, e mise invece fuori servizio un altro paio di case . ... Verso sera ridiscendemmo nella tufara. La gente dormiva a branchi. Ogni branco era una famiglia. Solo i vecchi stavano svegli, magri, bianchi e sudati come candele.

Le tufare rappresentano dunque, secondo me, un pezzo importante della nostra storia; spero che un giorno venga riaperta la loro parte più sicura per ricerche di reperti storici e per organizzare escursioni turistiche nella Nocera Sotterranea.

 

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