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Lampasona resta ai domiciliari PDF Stampa E-mail
sabato 14 febbraio 2009

Image Mercato San Severino. Ha detto che si trattava tutto di un equivoco, di non aver avuto mai l'intenzione di minacciare i suoi superiori e che quelle frasi dette al tenente Angelo Colacicco andavano invece considerate come un consiglio, ma il gip Vincenzo Ferrara del tribunale di Nocera non ha creduto alla tesi del maresciallo Vincenzo Lampasona. Rimane agli arresti domiciliari, quindi, Lampasona - fino a poco tempo fa in servizio al nucleo operativo della compagnia di Mercato San Severino -, arrestato martedì scorso per aver proferito frasi minacciose contro gli ufficiali che indagavano sul maresciallo Antonino Gangemi (comandante la stazione dell'Arma a Castel San Giorgio, anch'egli arrestato ma per una vicenda diversa, legata alla detenzione di armi e droga) e su altri militari della caserma sangiorgese, uomini in divisa che il sottufficiale sanseverinese avrebbe, secondo l'accusa, voluto aiutare facendo eludere le indagini. Ieri mattina, il maresciallo Lampasona è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia e ha risposto alle domande poste dal Gip, alla presenza anche del pm Roberto Lenza, che alla fine dell'interrogatorio ha dato parere negativo alla revoca della misura cautelare. In verità, che le frasi rivolte da Lampasona al tenente Colacicco («Per quella storia di San Giorgio, quelli sono amici miei… vi do un consiglio, voi siete un bravo ragazzo, non firmate più niente, perché se no vi fate male. Il capitano deve stare attento che come sbaglia paga».) potessero essere una sorta di consiglio dato all'ufficiale che aveva eseguito l'ispezione nella caserma di Castel San Giorgio era un'ipotesi che a priori il giudice delle indagini preliminari aveva preso in esame nella sua ordinanza di custodia cautelare a carico del sottufficiale, e l'aveva scartata. Va ricordato, però, che lo stesso Gip ha ritenuto che dalle indagini non emergessero elementi tali per accertare il tipo di rapporti esistenti tra Lampasona, Gangemi e altri carabinieri sangiorgesi che potessero spiegare perché il sottufficiale di Mercato San Severino avesse fatto un intervento così pesante nei confronti dei superiori. Ora probabilmente la parola passerà al tribunale del Riesame di Salerno. Qui la battaglia legale sarà incentrata sia sulla sussistenza dei gravi indizi che sulle esigenze cautelari alla base dell'ordinanza di custodia cautelare a carico dei due marescialli dell'Arma.

Fonte: Il Mattino