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Violentava le nipotine, rinviato a giudizio PDF Stampa E-mail
mercoledì 06 maggio 2009

Image A.F., 58 anni, è stato rinviato a giudizio con la pesante accusa di aver abusato delle due nipotine minorenni. Lo ha deciso ieri il giudice dell'udienza preliminare Vincenzo Pellegrino, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Maria Chiara Minerva. Il processo avrà inizio il giorno 11 gennaio del prossimo anno dinanzi ai giudici della seconda sezione penale. Ancora un caso di violenza sessuale in famiglia, proprio lì dove i minori dovrebbero trovare protezione e sicurezza. L'uomo per il quale è stato disposto il processo era lo zio della madre delle due ragazzine e all'epoca degli abusi vivevano tutti nella stessa casa al centro di Salerno. E così è stata contestata all'uomo anche l'aggravante di aver commesso le violenze con abuso di autorità, delle relazioni domestiche e di coabitazione. A.F. inizialmente si masturbava alla presenza delle due ragazzine, la più piccola era una bambina di appena 11 anni. Poi non contento, anche con minacce, avrebbe costretto le vittime a subire le sue continue violenze.«Vieni con me se no' ti vatto», era una delle frasi più frequenti con cui si rivolgeva alle nipoti per costringerle a subire i rapporti sessuali. E così nell'estate del 2006, mentre era in auto con la più piccola, all'improvviso ha fermato l'autovettura e ha iniziato a palpeggiare nelle parti intime la ragazzina, impietrita dalla paura. Ma le violenze sarebbero continuate anche a casa, dove la piccola veniva costretta dall'uomo a subire rapporti sessuali completi e ogni tipo di abuso. L'uomo la gettava sul letto e la bloccava con il suo corpo pesante, così che la vittima non aveva scampo ed era costretta a subire una barbara violenza. Poi oltre a minacciarle, cercava anche di «comprare» il silenzio delle nipoti, dando alle piccole dieci o venti euro. Le due ragazzine oramai vivevano un vero e proprio incubo, erano terrorizzate, non riuscivano a opporsi ai continui abusi del loro carnefice e nello stesso tempo temevano ulteriori violenze se avessero parlato, rivelando quel loro terribile segreto. Alla fine è stata la più piccola, proprio lei, che aveva subito le maggiori e più brutali violenze da parte dello zio a far avviare le indagini. L'occasione per aprirsi e raccontare l'orrore che era costretta a subire da tempo è stata offerta alla vittima da un periodo trascorso in una casa famiglia, dove avrebbe dovuto superare quel disagio, che caratterizzava la sua giovane vita, ma di cui forse nessuno sospettava l'origine. Lì, lontana dal bruto e dalle sue minacce, anche a contatto con alcune operatrici ha trovato il coraggio di parlare. Per lei è stata una liberazione poter confidare tutto quell'orrore e così immediamente sono state avviate le indagini, c'è stato anche un incidente probatorio, nel corso del quale le vittime hanno ribadito le violenze subite e ieri si è giunti alla decisione di processare l'uomo.

Fonte: Il Mattino