Cerca in Google

Il sondaggio

Iscriviti alla Newsletter




Cerca in NoceraTV

Curiosità

 

È promettente la potenziale collaborazione tra Oms e Chiesa avventista PDF Stampa E-mail
lunedì 20 luglio 2009

Image

Notizie Avventiste - I dirigenti della Chiesa avventista del 7° giorno si muovono verso la creazione di relazioni ufficiali con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), agenzia delle Nazioni Unite. Molti membri di chiesa ritengono tale collaborazione un bene di cui potrà beneficiare anche la rete di scuole, ospedali e cliniche della denominazione.
La settimana scorsa, a Ginevra, si è tenuta La Conferenza Globale su Salute e Stile di Vita, cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Oms, dell’Organizzazione Panamericana sulla Salute e oltre 600 dirigenti della Chiesa avventista. L’obiettivo dell’evento era analizzare i rapporti possibili tra i due organismi, però alcuni avventisti hanno espresso preoccupazione circa il rischio di mescolare la politica con la fede e compromettere i valori spirituali della Chiesa. Eppure, i leader di entrambe le organizzazioni hanno affermato che il partenariato darebbe a ciascuno un miglior accesso alle reti e alle risorse, permettendo di migliorare la salute delle comunità locali. I dirigenti avventisti ritengono che la rete internazionale della Chiesa potrebbe aiutare l’Oms a meglio raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell’Onu, come, per esempio, migliorare la salute delle madri e combattere l’aids e la malaria.
L’Oms ha già attuato delle collaborazioni con altre organizzazioni a sfondo religioso, ma questa sarebbe la prima volta che estenderebbe i suoi rapporti a una denominazione religiosa. Al termine dei lavori è stata aprovata una dichiarazione di azione che sarà sottoposta al Comitato esecutivo della Chiesa mondiale, il prossimo ottobre. Da due anni ci sono collaborazioni tra Oms e gli avventisti e si pensa che le relazioni ufficiali potrebbero essere stabilite entro il 2012.
“Quando si hanno delle relazioni si impara veramente come lavorare insieme,… ciò che l’altro dice e a rispettare le similitudini e le differenze”, ha affermato Ted Karpf, funzionario dell’Ufficio dei partenariati dell’Oms.
La conferenza ha anche rivelato che molte istituzioni della Chiesa, in tutto il mondo, hanno già creato dei partenariati collaborativi: l’ospedale avventista di Taiwan ha lanciato un’iniziativa dell’Oms di 40 ospedali dedicati alla promozione di uno stile di vita sano tra i dipendenti; in Zimbabwe, i workshop sulla salute sessuale per i genitori e figli hanno ricevuto dei finanziamenti nazionali tramite Usaid; il governo sud coreano collabora con i programmi per smettere di fumare della Chiesa avventista.
I dirigenti della Chiesa hanno manifestato la speranza che la conferenza aiuti a diffondere i principi sanitari della Chiesa in una maniera più coordinata.
“Il modo migliore in cui possiamo avere influenza sulle nostre comunità è tramite i temi legati allo stile di vita”, ha ha affermato il dott. Allan Handysides, direttore dei Ministeri della Salute della Chiesa. Una tale influenza includerebbe anche il tornare ai consigli di Ellen White, cofondatrice della Chiesa, che nel 1860 aveva esortato a che ogni chiesa locale diventasse un centro per la salute nella società. In effetti, “Abbiamo molte strutture che non sono usate tutti i giorni della settimana”, ha ribadito il dott. Peter Landless, direttore associato dei Ministeri della Salute della Chiesa avventista.
I principi sanitari della chiesa, come l’astinenza dall’alcol e dal tabacco, e una dieta vegetariana, dove possibile, sono sostenuti dagli studi sulla salute. “Uno stile di vita sano è qualcosa di cui la Chiesa è a conoscenza dal 1860 e che oggi è provato scientificamente”, ha affermato Landless parlando dell’Adventist Health Study 2, che è attualmente in corso in California, presso l’Università Loma Linda della Chiesa. Lo studio è svolto in collaborazione con gli Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti.
Nonostante le potenziali opportunità, alcuni dei presenti alla conferenza hanno manifestato dei dubbi sulla nuova direzione intrapresa dalla Chiesa.
“Pregherò su questo”, ha affermato Abigail Parchment, infermiera e direttrice dei Ministeri della Salute nelle Isole Caiman. “Credo che sia una cosa eccellente, però non vorrei che il nostro messaggio venisse in qualche modo diluito”, ha aggiunto, pur apprezzando l’iniziativa della conferenza che ha riacceso in lei la dedizione all’incarico che ricopre.
Altri sono stati più diretti ritenendo che la Chiesa avventista debba muoversi con maggiore cautela. Secondo Florence Oyeleke, infermiera della Nigeria, questo partenariato può essere positivo e negativo. “Possiamo essere così tanto integrati da dimenticare la nostra fede”, ha dichiarato Oyeleke che ha riconosciuto di aver ricevuto dalla conferenza molte nuove idee su come far sì che il sistema sanitario della Chiesa diventi maggiormente orientato verso la società, soprattutto nella lotta all’obesità, che in Nigeria sta diventando un problema grave.
Secondo la dott.ssa Marta Sandoval, otorinolaringoiatra di Barcellona, il tentativo di collaborazione è da apprezzare, ma gli Obiettivi del Millennio sono irraggiungibili: “Essi sono completamente politici. Non sono pratici e non saranno raggiunti nel 2015. D’altra parte è buono che l’Oms ci conosca e possa incorporare alcuni degli strumenti, delle strutture e dei talenti che già abbiamo”.
La maggior parte dei partecipanti sono stati favorevoli al partenariato della denominazione con l’Oms. “Spero che i risultati delle discussioni saranno attuati nelle chiese locali”, ha affermato Romeo J. Cruz Jr., di Manila.