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La giusta causa degli Anabattisti e la sconfitta di Muntzer PDF Stampa E-mail
venerdì 14 agosto 2009

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Nel 1521,  i discorsi di Stork e di Tomass Muntzer stupivano per la decisionalita e la di argomenti  contro quanto era creduto più invulnerabile e cioè l autorità romana papalina . La Sacra Bibbia e le parole di Gesù nel Vangelo venivano interpretate e spiegate al popolo in maniera popolare e chiara. I due cristiani Evangelici non si limitavano solo a combattere il dogma della chiesa di Roma e del sommo Pontefice , né a scuotere l'ormai già scosso prestigio papale,  ma si rivolgevano contro i nobili e i potenti cosi come Gesù predicava nel Vangelo. Stork era uomo avveduto. Ebbe compagni, prima di iniziare il movimento anabattista, uomini di profonda cultura, quali Carlstadt, Melancton, Giorgio Moro e poi Matteo Cellario,. Stork iniziò la sua propaganda a Wittemberg, predicando contro lo studio esagerato della teologia impura, che falsava la semplicità e la purezza dei concetto religioso originario e contro 1' inutile cultura, esortando ad interpretare la Sacra Scrittura secondo lo spirito ed il cuore, ed inveendo contro le arti che  plagiavano la mente e Moro e altri ed altri seguirono il suo esempio, scagliandosi contro le immagini sacre ed esaltando l'Iconoclastia. Contemporaneamente MUNZER, già luterano, convertito infine all'anabattismo, si rifugiava in Sassonia e dove lo sospingevano le espulsioni e le minacce, predicando contro le dottrine cattoliche e anche alcune teorie evangelicheAttaccava violentemente il sacramento del battesimo ai fanciulli, ignavi di cio che significava , fondandosi sulle parole di Cristo “……quelli che crederanno e saranno battezzati saranno salvi, ma quelli che non crederanno non saranno salvi”, onde l' inutilità e quindi l intuizione giusta Teologica del Errore grossolano del battesimo ai fanciulli che nulla sanno ancora di Dio e della Fede, onde il nuovo battesimo, quando l'uomo potesse comprendere e credere. Impietosito, delle misere condizioni nelle quali gemeva il popolo, egli si levava minaccioso contro i potenti:Noi siamo tutti fratelli, tutti figli di Adamo. Perché dunque questa differenza di beni ? Perché noi dobbiamo gemere sotto il peso della miseria e soffrire i più penosi tormenti, mentre altri nuotano nell'ozio? Non abbiamo forse diritto alla eguaglianza di quei beni, che Dio diede perché fossero divisi fra gli uomini tutti?, avari usurpatori, i beni di cui godete esclusivamente voi co anche noi uomi n palese ingiustizia siano dati a noi , perché siamo cristiani. Egli  riuscì infine a riunirsi nuovamente a Stork, gettando così le prime basi di un movimento religioso destinato a dilagare rapidamente, e proseguendo le peregrinazioni e la propaganda fra le classi più misere. Grazie alla la parola di questi due ferventi apostoli di una più radicale riforma religiosa, i contadini cominciarono a concepire l'affrancamento concesso agli uomini dal Vangelo come il rovesciamento del regime del quale essi soffrivano, e lo stabilimento di un nuovo ordine di cose e propriamente di una vasta comunità cristiana. Munzer e Stork, attraverso le loro peregrinazioni, non si limitavano alla sola propaganda teorica, ma fondavano qua e là numerose e segrete associazioni di affiliati, a capo delle quali spesso erano uomini di grande valore intellettuale o di molto ardimento; talora la rivolta erompeva con, agitazioni  democratiche  ,a contestatarie ma presto veniva soffocata nel sangue.Fu Melanchton che, impressionato dei gravi torbidi svoltisi a Zwickau, scrisse all'Elettore di Sassonia, ponendolo in guardia contro gli avvenimenti che si andavano svolgendo:  Vostra Altezza saprà dei tumulti svoltisi a Zwickau. Degli innovatori, a causa della loro propaganda sediziosissima, sono stati incarcerati e consigliava di promuovere un contraddittorio fra Lutero e alcuni di questi innovatori, onde schiacciarli in pubblico con l’eloquenza del grande Riformatore.Ma l'Elettore rispondeva in modo assai conciliante, concludendo: ”Il mio parere è che si lasci in pace quella gente!”.Allo stesso Melanchton, Lutero scriveva: “Vedo la scissione che si delinea fra i nostri, ma Cristo la vincerà, ne sono sicuro!”.Ma più tardi, di fronte al dilagare della setta e alla diserzione che essa causava nel campo luterano, Lutero preso da furore si rivolse ai principi, incitandoli allo sterminio degli anabattisti.“Su, su, principi, all'armi !  Frattanto la propaganda di Stork e specialmente di Munzer dilagava, prendendo forma di un concreto programma di rigenerazione sociale e religiosa.Credete –diceva  Munzer giustamente - di essere voi battezzati nel nome del Signore solo perché, quando nasceste, un prete vi asperse, voi inconsapevoli, di acqua benedetta? Nessuno di voi è battezzato se il battesimo non è rinnovato quando la vostra mente può comprendere la volontà del Signore”.E poi, accennando alle innumerevoli dispute di teologia: “A che servono tutti questi dottori?. Dio è in voi, nelle vostre opere, e non nelle loro ciarle sterili”. Infine emanò i seguenti principi che dovevano riassumere il programma della nuova confessione1 pastori siano eletti dal popolo e non nominati dai principi.Siano abolite le decime e i proventi ecclesiastici. Sia fatto il censimento dei prodotti e questi siano divisi secondo i bisogni di ciascuno.I campi, i feudi tutti non appartengono ai principi, ma ai contadini, poiché ad essi in origine appartenevano per diritto divino. Sia abolita ogni forma di servitù. Sia libera la caccia, la pesca, il far legna, il servirsi di quanto Dio spontaneamente elargisce. Le multe e i censi siano ridotti onde i lavoratori non abbiano a immiserire e i beni degli orfani siano restituiti agli orfani stessi.Come vediamo le idee di  Giustizia e Libertà erano chiare negli Anabattisti. Frattanto a Wittemberg bande di anabattisti, seguaci di Munzer e Stork, e guidati da monaci infervorati della nuova dottrina r riformatrice, assalirono le chiese, rovesciarono gli altari, senza che alcuno osasse opporsi. Ciò avveniva per la seconda volta proprio nella culla del luteranesimo.. Le contraddizioni nelle quali cominciava a cadere Lutero e il suo crescente attaccamento ai principi , davano maggiore incremento fra i paesani alla propaganda sincera Anabattista. Munzer, intanto, si era recato ad Alstadt (ai confini della Turingia) iniziandovi un lavoro di predicazione , predicando il nuovo battesimo e l'affrancamento da ogni servitù. Si presentava al popolo in abiti dimessi, frequentava anche i luoghi più umili; numerosi accorrevano a lui i contadini delle zone vicine, ansiosi di udire dalle sue labbra quelle ardenti parole e sincere  di Fede in un migliore avvenire. Preti e monaci vennero percossi, le chiese ricche invase, i quadri dei ricchi distrutti, le case più ricche saccheggiate e i frutti dei saccheggi distribuiti ai più poveri.  Tale episodio avveniva nel 1524 e può considerarsi l'inizio della guerra degli anabattisti. Dietro  consiglio di Lutero, il duca di Sassonia aveva scagliato un emendamento contro gli anabattisti, spingendo i perturbatori fuori della città. Il regime della comunione dei beni venne instaurato, e poiché l'amore del nuovo e il timore di non giungere in tempo spingevano, tale mutamento avvenne nella maniera più caotica; gruppi  percorrevano la città, invadevano le case, asportando quanto vi fosse di prezioso o di utile, e dividevano fra i componenti il ricavato di tale spoliazione; i tuguri furono abbandonati dalle famiglie più povere che occuparono le case migliori i cui legittimi proprietari si erano allontanati dalla città per timore di rappresaglie. Mancava un organo direttivo per l'assegnazione dei beni mobili ed immobili; perciò gli arbitrii furono regola  Munzer, si insediò nel palazzo della Commenda di San Giovanni di Gerusalemme, e di lì, oltre che occuparsi di quanto avveniva in città, iniziò, pel tramite dei suoi adepti e a mezzo di corrispondenza, una attiva propaganda nei dintorni, eccitando alla immediata rivolta a prò della redenzione umana: Perchè, miei fratelli, dormite? Scacciate da voi il timore! Germania, Francia, Italia sono in rivolta; la tragedia si avanza; oltre 300.000 contadini sono in armi ! Non temete che i nemici siano numerosi, perché la mano possente di Dio vi protegge.! Amen. Tommaso Munzer, servo di Dio contro gli empii”.Era con Munzer PFIFFER spirito  vero e convinto dell’ tesi anabattiste.  Ai contadini che lo ascoltavano affascinati dalla sua sincera loquela, egli raccontò di avere avuto, una notte, un sogno strano e significativo “ Ho visto una folla di sorci che si gettavano sopra mucchi di grano per divorarli, e a poco a poco li riduceva in nulla.Principi, nobili, i sorci siete voi che ci spogliate, ci derubate! Ma, nel sonno, mi lanciai contro quelle immonde bestie, decimandole. Così si faccia dei principi, dei nobili, dei magistrati, dei preti, di tutti quanti vivono del vostro lavoro, e il bottino si ripartisca fra noi!”. Stork cercava, in unione a METZLER, ex oste,  di riunire in un esercito gli sparsi anabattisti e poi ricongiungersi a Munzer. La rivolta si estese così a tutta la regione; i conventi vennero assaliti, le chiese saccheggiate, clero nobili espulsi. Anche la città di Frankenhausen cadde in potere degli anabattisti,. Primi urti con le milizie dei principi andavano qua e là avvenendo, con alterna fortuna ma con eguale crudeltà. Trecento anabattisti, presi prigionieri da Filippo langravio di Assia e da Enrico di Brunswick, furono rinchiusi in un sotterraneo ed lì abbandonati e fatti morire di fame. Frattanto il conte di Mausfeld, che si piccava di essere, oltre uomo di armi, cultore di teologia, scrisse a Munzer, alternando minacce e consigli e citando a più riprese S. Paolo, pur di indurlo ad abbandonare la lotta intrapresa contro la religione cattolica ed i principi; lo invitava, inoltre, ad un colloquio, allo scopo di cercare insieme una via di conciliazione, per evitare effusione di sangue e per il maggiore benessere del popolo. Munzer temette, e forse non a torto, gli si volesse tendere un tranello, e preferì rispondere all'invito con la seguente lettera da Frankenhausen, infarcita di citazioni e notevole per miscuglio di pensieri nobilissimi e di vacue ampollosità:  “Al fratello conte Alberto, scritto per la sua conversione. : Tu, seguendo l'esempio del Papa che con eguale ragionamento fece di S. Pietro e Paolo dei carnefici, usurpi ed abusi dell'epistola di S. Paolo, ordinando la sottomissione alle autorità. Credi tu che il Signore non possa ispirare il suo popolo a deporre i suoi tiranni? La madre di Cristo (S. Luca, 1, 57) non ha forse detto, facendo allusione a quelli che ti somigliano: “Fecit potentiam in brachio suo, dispersit superbos mente cordis sui, deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles”, quegli umili che tu ed i tuoi simili disprezzate senza comprendere? Nelle tue vivande luterane non hai tu gustato che le parole di Ezechiele (cap. 37, 4).. Credi tu che Dio non ci ami almeno quanto voi altri tiranni ? Sotto il nome della religione di Cristo tu non sei altro che pagàno con la maschera e il mantello di San Paolo. Ti si strapperà questa maschera! Vuoi tu riconoscere con Daniele (7, 27) che Dio ha dato il potere al popolo e non ai tiranni.  Vuoi tu venire a noi e mutare la tua falsa fede ? In questo caso noi ti accogliamo come un fratello comune. Altrimenti noi rideremo delle tue futilità evangeliche e ti combatteremo come nemico della vera fede cristiana e del popolo. Ciò ti valga per detto. Scritto a Frankenhausen, il venerdì « post jubilate » anno 1525. Tommaso Munzer, con la spada di Gedeone, scrisse per convertire il fratello Alberto”. Però gli aiuti che Munzer attendeva da Stork e Metzler tardavano. Un nucleo di paesani, occupato Oestern, tentò di avvicinarsi a Frankenhausen, ma venne fermato e sbaragliato dal conte di Mansfeld che ne fece una strage.Nel frattempo, allo scopo di distruggere l'anabattismo, fu conclusa una lega fra Giorgio duca di Sassonia, il langravio di Assia, Enrico di Brunswich e l'elettore di Magonza e Branderburgo. Le milizie di costoro, fornite di numerosa artiglieria, cominciarono a riunirsi non molto lontano da Frankenhausen, provocando incidenti e grave malcontento nelle campagne e nelle borgate per le ruberie e le prepotenze che vi commettevano, e destando vivo allarme in tutta Frankenhausen.Il pericolo era grave; Metzeler pareva avesse riunito una forte turba di paesani, ma era ancora lontano ed invano cercava di avvicinarsi a Frankenhausen.  Si discusse se trincerarsi nella città per resistere ad oltranza, oppure uscire ed attaccare subito battaglia per non permettere all'esercito dei collegati di aumentare ancora in uomini ed armi, batterlo, annientarlo, e recarsi incontro a Metzler. Pfiffer sostenne questo secondo partito; la sua irruente eloquenza animava ai più fieri ed imprudenti propositi ed eccitava gli animi dei difensori; quindi riuscì a convincerli che l'audacia fosse il miglior partito. Presa tale risoluzione, gli anabattisti uscirono da Frankenhausen, ove lasciarono un esiguo presidio, e si diressero verso una collina poco lungi dalla città, collina che, a causa della battaglia che vi ebbe luogo, conserva ancora oggi il nome di Schlachtberg (monte della battaglia). Appena giunti sulla collina, essi pregarono fervidamente Iddio perché volesse assisterli nell'aspra prova che stavano per compiere. Sperando poi ancora di poter evitare la battaglia, inviarono una lettera ai principi collegati, chiedendo che li lasciassero in pace, perché nulla di male essi avevano intenzioni di fare, e non aspiravano che ad istituire il regno della giustizia divina ed a realizzare il regno della giustizia umana secondo gli insegnamenti del Vangelo. Risposero i principi che, malgrado le scelleratezze compiute in ogni luogo dagli anabattisti, non avrebbero mancato di concedere un generale perdono, purché avessero consegnato ai collegati l'autore e l'unico colpevole di queste scelleratezze, cioè Munzer. Grande fu la costernazione nel campo degli anabattisti per questa proposta. I più la rifiutarono sdegnosamente, confermando la più completa devozione al loro liberatore; altri pochi, appartatisi, discutevano animatamente criticando l'operato di Munzer e i pericoli ai quali egli li esponeva, e già levavano la voce incitando i compagni a non insistere in una inutile lotta a beneficio di un solo uomo, e ad accettare le condizione proposte dai principi, Riuniti quindi i suoi uomini, M. rivolse loro parole concitate, accusandoli di non essere meritevoli della libertà se non ardivano guadagnarla col sacrificio, ed esortandoli ai maggiori eroismi: Fratelli, quelli che mi hanno sempre seguito sapranno difendersi e preferiranno la morte alla schiavitù; ma io vedo sventuratamente che è follia affidare la difesa della libertà ad uomini che non hanno la libertà del proprio spirito. lo sono venuto per difendere i poveri e gli oppressi contro i tiranni e gli empii che vittoria al giusto contro l'ingiusto., Davide e Gionata hanno vinto con pochi valorosi armate intere. Non temete per i cannoni che ha il nemico; che cosa è un cannone di fronte alla parola di Dio? (viene a noi. Alle armi dunque, al lavoro, nel nome di Dio, di Cristo, dello Spirito Santo!”. Entusiasmati da tali parole, i paesani intonarono il canto “Komm heiliger Geist Gott” e corsero ai lavori di rafforzamento.L'armata dei principi era composta di ottomila fanti, tremila ottocento cavalieri e numerosa artiglieria. Anche Munzer aveva con sé ottomila uomini circa, ma si trattava di gente senza ordine, non avvezza a combattere, insufficientemente armata, animata non da furore bellico, ma da un certo fanatismo religioso che faceva loro credere certa la vittoria pur contro un esercito relativamente numeroso, armato e feroce come quello dei principi. Non aveva infatti detto Munzer, il profeta, che invano l'artiglieria nemica avrebbe tirato furiosamente, perché egli avrebbe fermato i colpi nelle sue maniche “omnes bombardarum globos sua manica sine damno ex ceptorum?”. Frattanto gli anabattisti si erano alla meglio fortificati sulla collina; coi carri avevano formato una sottile barricata nel tratto che loro sembrava più favorevole all' irruzione nemica e scavarono fossati non molto profondi qua e là. L'esercito dei principi, a sua volta, si era avvicinato lentamente alla collina, circondandola d'ogni parte e tagliando ogni comunicazione fra lo Schlachtberg e la città di Frankenhausen.La battaglia si iniziò all'alba del 15 maggio col fuoco della artiglieria sul fondo della massa anabattista, fuoco che continuò violento, efficace e indisturbato, poiché Munzer mancava totalmente dei cannoni. La massa dei difensori ondeggiava sulla collina levando preghiere ed invocando il Signore; dopo di che la cavalleria e i fanti dei principi collegati avanzarono da ogni lato contro gli infelici ammassati sulla collina già insanguinata.Strano esempio di una battaglia nella quale uno dei due eserciti, pervaso di fanatismo religioso, crede poter vincere senza difendersi, senza combattere! Infatti, gli anabattisti non combattono. !!Essi credono ancora che Dio li proteggerà, ed essi, invece di brandire l'arma si inginocchiano assalitori pregano Dio, e cantano: « Nun bitten wir den heiliger Geist ! ». La morte si abbatte furibonda sui loro corpi, ed essi non cercano di sfuggire, essi non tentano alcuna difesa, ancora suggestionati dal fanatismo, da superstizione e da fallace credenza nella protezione divina. Chi cade ferito a morte, ha ancora la forza d'animo di incitare il compagno a non temere, poiché l'intervento divino non può tardare.. La cavalleria dei principi mise il colmo allo sgomento. Di quelli che riuscirono a salvarsi, fuggendo ormai sotto l'incalzare dei nemici, gran parte si rifugiarono a Frankenhausen; pochi cercarono la salvezza disperdendosi nella campagna. Ma il nemico seguì alle calcagna i fuggiaschi ed irruppe nella città, inferocito dalla facile vittoria e dal sangue versato. Qui la strage riprese, orrenda. Tutti quelli che sembravano o erano indicati come anabattisti furono sgozzati. Alle donne che urlando e piangendo chiedevano grazia per i loro mariti prigionieri la cui sorte era segnata, si concesse tale grazia a patto che esse stesse si prestassero ad uccidere a colpi di bastone due predicatori anabattisti, fra i più fanatici, anche essi prigionieri; queste donne, nella generale rovina di ogni sentimento e nel crollo di tutte le illusioni, eseguirono tale nefandezza con selvaggia violenza. Parecchi prigionieri, , poichè il carnefice era stanco del suo faticoso lavoro, vennero trasportati sulla collina della battaglia, ed lì sepolti vivi presso i fratelli morti che invece restavano insepolti. Orrendo scempio che veniva ordinato dai principi, oppure tollerato, apparentemente in nome della religione e contro gli eretici, ma in sostanza per estirpare il pericoloso germe Anabattista che li minacciava nel più vivo dei loro privilegi. Nella sola città furono uccisi 1800 persone.Munzer, scampato dalla città coi fuggiaschi, aveva cercato rifugio in una casa di contadini presso le mura della città. Tutto il giorno vi rimase insieme ai soldati dei principi, senza che questi lo riconoscessero: Nella serata giunse nella casa il nobile Otto di Ebbe per pernottarvi. Un soldato di costui, visto un uomo coricato in un lettuccio, gli domandò chi fosse. Múnzer affermò di essere un contadino ammalato da più giorni; ma il suo aspetto stravolto insospettì il soldato che, frugando negli abiti del finto malato, ritrovò la lettera a lui indirizzata dal Conte Alberto di Mansteld. Munzer fu subito strappato dal letto, incatenato e condotto alla presenza del langravio di Assia. Altri principi fra i collegati si unirono al langravio nel tempestare di domande Múnzer, ma questi si rifiutò di rispondere. Si ricorse allora alla tortura perché egli parlasse e confessasse i suoi presunti torti. Alle prime strette del carnefice egli gettò un grido di dolore, e il duca Giorgio di Sassonia, avvicinandosi a lui, cominciò a beffeggiarlo.“Tu soffri, povero amico; ma pensa quanti, per tua colpa, in questo momento stanno soffrendo”.E Muntzer, levando il capo, gridò “É la carne che piange, ma lo spirito è sereno, e resiste!”.Poi ricadde nel mutismo interrotto di tratto in tratto durante la tortura da scatti di risa quasi folli. Visto che per momento nulla si poteva cavare dalla sua bocca, egli fu inviato in carcere.In seguito, ogni due giorni gli venne applicata la tortura affinché si ritrattasse, senza però che si riuscisse nello scopo. Dal carcere, fra una sofferenza e l'altra, egli scrisse agli abitanti di Mulhausen, ancora in armi contro i collegati, una lettera che però rimase nelle mani dei principi. In essa consigliava gli anabattisti della città ad implorare grazia per evitare la strage che aveva insanguinata Frankenhausen, pur rimanendo fedeli ai loro princìpi, poiché le sventure non provavano che la causa non fosse giusta. E concludeva:Io vi prego di non rattristarvi per la mia sorte, poiché dopo la tortura è la morte che mi attende. S……. Io volevo combattere gli abusi che si commettono in danno del popolo, volevo che al popolo fosse restituito quanto è suo, quanto gli era stato tolto, ma non sono riuscito nella mia opera…..”  Mulhausen però veniva nel frattempo occupata dalle truppe dei principi, che non fecero minore strage che a Frankenhausen. Pfiffer, che ne dirigeva la difesa, fu preso prigioniero e sottoposto alla tortura. Trasportato anche Munzer in Mulhausen, entrambi furono condannati a morte.Alla triste funzione assistevano i principi collegati. Pfiffer fu decapitato per il primo, sereno, sprezzante, senza che dalle sue labbra uscisse una parola di rimpianto.. Prima di abbandonarsi al carnefice, egli ritrovò ancora la forza della sua eloquenza, , e rivolse ai principi un'ardente esortazione perché rendessero meno dura la sorte degli oppressi, considerassero tutti gli uomini fratelli, e governassero con spirito veramente cristiano. Chiese pietà per la moglie che lasciava incinta, e poi si offerse al carnefice.Con la morte di Múnzer si può considerare chiuso il primo periodo del movimento anabattista - nell'Europa centrale. La stoica e coraggiosa nonche cristiana morte di Múnzer aveva destato enorme impressione. Il racconto si sparse per la Germania, e le parole da lui pronunziate in punto di morte, , confortarono gli adepti terrorizzati e rinsaldarono la loro fede religiosa e politica; onde può ben dirsi che meglio sarebbe stato per i principi che egli fosse stato travolto nell'eccidio sullo Schlachberg, poiché il suo supplizio stoicamente sopportato rinfocolò la propaganda dei fedeli e fu germe di nuovo sviluppo dell’ Anabattismo. 

Gaeta –Villani: Documenti e Testimonianze

da Duilio Pacifico