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La procura di Nocera appella la sentenza di assoluzione del sindaco Alberico Gambino PDF Stampa E-mail
mercoledì 23 dicembre 2009

La procura di Nocera appella la sentenza di assoluzione del sindaco Alberico Gambino dal reato di concussione, mentre la difesa del primo cittadino appella quella di condanna per peculato. É il secondo round per le vicende giudiziarie che riguardano il sindaco di Pagani Alberico Gambino. Il primo cittadino paganese era accusato di concussione per aver costretto il responsabile del cantiere Multiservice a inviare un idraulico presso l'abitazione di parenti a Salerno per una riparazione: il pm Roberto Lenza, in primo grado, aveva chiesto, in sede di giudizio abbreviato, la condanna di Gambino a due anni di reclusione, ma il gup Gabriella Passaro del tribunale nocerino ha assolto l'imputato perché il fatto non sussisteva, anche se in base all'articolo 530 capoverso del codice di procedura penale, ossia per mancata o insufficiente prova. Gambino era anche accusato di peculato, per l'uso improprio della carta di credito intestata al primo cittadino, reato per il quale, invece, sempre in primo grado di giudizio, è stato condannato dal gup Passaro a un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa. In questi giorni, la procura di Nocera ha appellato la sentenza di assoluzione e i legali di Gambino, il professor Franco Coppi e l'avvocato Michele Tedesco, quella di condanna. «Avendo ricevuto il mandato ad assistere il sindaco Gambino dopo le sentenze dal Gup Passaro - ha affermato l'avvocato Tedesco - ci siamo occupati solo della redazione dei motivi di appello alla condanna per il peculato. Nei prossimi mesi, ci preoccuperemo dell'appello della procura alla sentenza di assoluzione dalla concussione. Confidiamo, come spera il nostro assistito, che il presidente della Corte possa fissare a breve l'udienza di trattazione delle due vicende giudiziarie. Per la sentenza di condanna, confidiamo di aver dimostrato, nei motivi di appello, che il sindaco Gambino non si è appropriato nemmeno di euro, ma ha speso il denaro solo a fini istituzionali. Riteniamo inoltre che a fronte di una prassi consolidata negli uffici del Comune di Pagani vi sia assoluto mancanza dell'elemento psicologico del reato di peculato».

 

dai quoditiani locali