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Nocera: Macchinario Usa salva la vita a 48enne PDF Stampa E-mail
giovedì 07 gennaio 2010
Non è sempre la malasanità a fare notizia. Dopo il caso del trapianto di rene effettuato a Pavia su un paziente di Lettere proprio la mattina di Capodanno, da Gragnano arriva un’altra bella storia. Bruno V., 48 anni, gragnanese, sposato con due figli di 20 e 23 anni, il 10 dicembre è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (nella foto). La diagnosi è drammatica: voluminoso aneurisma cerebrale con rottura di 3 arterie. Un caso tutt’altro che semplice. Il 48enne viene “trattato” come da protocollo e, appena si libera un posto all’ospedale si Salerno, viene trasferito. Di lì, poi, il giorno dopo viene ancora trasferito, stavolta all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, dove viene ricoverato nel reparto di Neurochirurgia sotto le cure del primario Michele Genovese. Il caso è serio, molto grave e difficile da “prendere”. I familiari si affidano direttamente alle preghiere, mentre il dottor Michele  Genovese prova il trattamento endovascolare. Non è semplice, probabilmente tale cura non sarebbe sufficiente. L’unico modo per salvare il signor Bruno è tentare una tecnica innovativa, sperimentale. Il 17 dicembre, a Nocera arriva un’equipe di medici dagli Stati Uniti con un macchinario di ultima generazione. In collaborazione con lo staff medico dell’Umberto I, il dottor Genovese opera d’urgenza il 48enne. L’intervento riesce, va a buon fine, non ci sono complicazioni, così può iniziare la lunga e difficile degenza. «Un sospiro di sollievo, non ci potevamo credere – raccontano i due figli – sembrava un incubo, finché non è arrivato quel macchinario dall’estero». Il 5 gennaio, dopo quasi 20 giorni, i medici dell’ospedale Umberto I hanno dimesso il signor Bruno.