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Il Sindaco Romano durissimo contro la Gori PDF Stampa E-mail
giovedì 06 maggio 2010

Da sempre il Sindaco Antonio Romano ha manifestato la sua posizione durissima e le sue perplessità nei confronti della Gori.

Ed oggi ancora una volta arriva una conferma in tal senso. In una nota indirizzata alla società Gori ed all’Ente d’Ambito, i funzionari dell’Ufficio Tecnico Comunale hanno diffidato “codesta società a voler eseguire ad horas tutti i ripristini” delle sedi stradali e dei marciapiedi, necessari a seguito di interventi posti in essere. Parliamo di via Calenda, via Martinez y Cabrera, via Atzori incrocio con via Pironti, via Matteotti.

“In mancanza – recita la nota – si provvederà ad adottare tutti i necessari provvedimenti, non esclusi quelli giudiziari. Si invita codesta società a voler comunicare per iscritto la data di inizio di tutti i ripristini, comunicando volta per volta ogni singolo intervento”.

Alla nota è stata allegata una documentazione fotografica.

“Ecco la dimostrazione – ha spiegato il Sindaco Antonio Romano – di quanto dico da mesi. La Gori non effettua le manutenzioni adeguatamente e non tutela gli interessi della gente, pensa solo al profitto, ma soprattutto aumenta le tasse ai cittadini per risanare i suoi debiti. E l’epilogo potrebbe essere solo il fallimento. L’azienda a mio avviso presenta una situazione prefallimentare, che da qui ad alcuni mesi potrebbe avere delle ricadute negative sulle tasche dei cittadini. Da più tempo viene sollecitato dalla società un aumento delle tariffe, al quale però il Presidente dell’Ente d’Ambito Sorrentino si è fermamente opposto. Credo che i colleghi sindaci debbano assumersi la responsabilità di prendere posizioni forti e non solo demagogiche. Dobbiamo evitare che di qui a qualche anno la politica anche clientelare adottata dalla società, caratterizzata per esempio da un organico sovradimensionato (che ha naturalmente una ricaduta sull’individuazione delle tariffe), l’indebitamento della Gori nei confronti delle banche e gli oneri finanziari passivi pesanti, portino ad un’azione di risanamento che avrà come unico effetto una ricaduta drammatica sui cittadini. E mi chiedo: cosa accadrà, poi, quando il 31 dicembre 2010 l’Ato sarà sciolto ed i comuni saranno ancor più in difficoltà?”.

                                                                                                                      L’Ufficio Stampa