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Curiosità

 

Lettera aperta della moglie del Siberiano di ringraziamento PDF Stampa E-mail
martedì 11 maggio 2010
E’ trascorso quasi un mese da quella fredda ma assolata mattina di primavera,
apparentemente ordinaria per chi come me si stava recando sul posto di lavoro,
che di tanto normale però non aveva nulla; una nuova giornata che cominciava
segnando l’inizio di un dolore immenso: Carmine, per tanti il Siberiano, non c’era più. Carmine, per chi come me lo aveva conosciuto anche fuori dalla veste ultras, era
davvero come molti lo hanno definito: un gigante buono, un uomo leale,
altruista, dignitoso e molto orgoglioso.
La prima volta che lo vidi ero al bar Sporting con un’amica, lui arrivò in
moto, la sua Guzzi Quota 1000, era impressionante per quanto era imponente e dopo
essersi presentato, prendemmo un caffé e poi ci fermammo un po’ a
scambiare due chiacchiere. Il mio primo pensiero, dopo averlo salutato, fu subito rivolto alla sua stazza fisica e pensai d’istinto: “Povero chi cade sotto le sue
mani”. Ebbene, dopo quel giorno, Carmine sfoggiò tutta la sua determinazione in un
corteggiamento esagerato, durante il quale mi resi conto di che bella persona
fosse quest’uomo, che celava dentro quella corazza, tanta simpatia, tanta
dolcezza. Un animo davvero nobile.
Me ne innamorai follemente e da allora abbiamo avuto lo gioia di scrivere le
pagine più belle della nostra vita insieme.
Ho avuto modo di conoscere in tutti questi anni tanti suoi amici:
amici storici che condividevano la sua passione per la Salernitana,
amici di vita, amici di squadre avversarie…dico amici perché, seppure tifosi di colori diversi, con alcuni in particolare, si era instaurato un vero e proprio
rapporto di amicizia basato su stima e rispetto, per cui c’era continuità tanto è vero che molte occasioni venivano colte per trascorrere qualche giorno insieme. Un pensiero, a tal proposito, va ai tifosi “gemellati” ma anche a tifosi che con la tifoseria salernitana non hanno mai avuto rapporti idilliaci ma che hanno dimostrato, anche in questa triste occasione, il senso della solidarietà e vicinanza tra uomini prima che tra ultras confermando che anche questi hanno un cuore, nonostante qualcuno lo metta in dubbio. In qualsiasi città italiana ci trovassimo, era diventata una piacevole normalità trovare amici, conoscenti, persone che per strada lo chiamavano per salutarlo neanche fossimo a Salerno. Sono convinta che Carmine abbia saputo seminare tanto affetto ed amicizia e chi realmente gli ha voluto bene  ne potrà essere per sempre testimone.
Io e Carmine ci eravamo separati da un paio di anni ma, nonostante ciò, eravamo legati da una profonda stima, una bella amicizia e un grande affetto al punto che
nostra figlia ha sempre vissuto la nostra famiglia con serenità, proprio la figlia, un amore soprannaturale per un padre che ha saputo essere il suo migliore compagno di giochi, che mai si è tirato indietro ad una qualsiasi sua richiesta, di una
pazienza incredibile. La piccola Eliana era e resterà la sua vita e lui il suo tenero e dolce papà. Era così anomalo per lei ricevere un rimprovero da Carmine, quando
poi se ne creavano i presupposti (molte volte sollecitato da me) gli stessi rimproveri si trasformavano in legge.
Ho dovuto prendere atto, seppure in questa brutta occasione, di quante
persone lo amassero, c’e’ stata un’esplosione di manifestazione d’affetto, che
mai avrei saputo quantificare, dal fiume di gente che si è precipitata in
ospedale alle migliaia di persone che hanno riempito la curva sud del Vestuti
che i suoi fratelli sportivi hanno fatto riaprire per rendergli omaggio, e
ancora in chiesa, con messaggi su internet, ai mass media, alla costante
presenza di alcuni carissimi amici, che hanno cercato di alleviare il loro grande
dolore, concentrandosi nell’alleviare il nostro. E mi riferisco a Ciccio Rocco e a tanti altri che gli sono stati sempre vicino. Un grazie anche a tv, radio, siti internet e carta stampata per lo spazio che hanno dedicato al ricordo di Carmine. Non ho davvero parole per ringraziare tutti, uno ad uno, per l’immenso affetto che hanno saputo dare. Un grazie particolare, dal profondo del cuore, va a quel gruppo di amici
ultras che hanno voluto partecipare attivamente alla realizzazione dell’ultima
dimora del Siberiano. Un pensiero, ancora, va all’ingegnere Nigro e alla sua famiglia, persone davvero eccezionali che ho avuto modo di conoscere e che da sempre Carmine elogiava nelle nostre chiacchierate; con loro si sentiva a casa, al di là del rapporto lavorativo si era instaurato un grande legame affettivo e di forte stima. Grazie di cuore.
Mercoledì 12 maggio alle ore 19.00 nella chiesa di Santa Maria a mare verrà celebrata la messa del trigesimo. So di potermi sostituire a Carmine in questo momento dicendo quanto vi avrebbe detto lui: grazie a tutti voi per quanto avete dimostrato ancor una volta di essere grandi. Carmine vivrà per sempre tra noi. Barbara Sica