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Intermediari dell'ecstasy per 150 euro. Tutte le accuse ai calciatori indagati PDF Stampa E-mail
mercoledì 25 maggio 2011

Image Dallo champagne all’inchiesta, dalla gioia della serie B all’onta dell’arresto. Vincenzo De Liguori, il capitano della Nocerina dei record è uno dei due nomi eccellenti finiti nell’inchiesta «Ultima dose». Con lui, un’altra gloria del calcio campano: Claudio Risi, calciatore della Casertana. Una notizia choc che, se possibile, ha amplificato il clamore dell’operazione condotta ieri dai carabinieri coordinati della procura di Santa Maria Capua Vetere.
Per entrambi i calciatori l’accusa è di aver «ceduto il 17 marzo scorso, nel comune di Isola Liri, 2mila dosi di droga sintetica», per «un business di 5.300 euro».  
I due calciatori finiscono nella rete delle intercettazioni per aver contattato Guido Bruno, 47enne di Isola Liri, già “intercettato” nell’ambito di indagini legate allo spaccio della droga. E’ il difensore della Casertana ad avviare la trattativa per vendere uno stupefacente di qualità diversa da quello che l’organizzazione solitamente trattava con i nigeriani a Castel Volturno. In una delle tante telefonate intercettate, Claudio Risi «presenta» il capitano della Nocerina al suo interlocuture, passandogli il cellulare, e secondo i pm «da quel momento De Liguori si rende assoluto protagonista della trattativa».
Secondo gli investigatori, il centrocampista rossonero è risoluto e vanta ottimi rapporti con Vincenzo Assenato, una figura «apicale» dell’organizzazione. Una tesi supportata dalle intercettazioni successive, compresa quella che prova la «trasferta» dei due ad Isola Liri per portare lo stupefacente a Guido Bruno. Un «assaggio» prima di chiudere l’affare delle 2mila dosi di stupefacente per un incasso di oltre 5mila euro. Ai calciatori-intermediari, però, l’organizzazione riconosce solo 150 euro a testa, ed è qui che si registrano le prime lamentela. Per Risi, sono troppo pochi. “Che facciamo gli scemi per senza niente?”. De Liguori, incalza: “Almeno facciamo due e cinquanta ciascuno”. Ma il difensore della Casertana chiede di più: “No, almeno cinque a testa”. Alla fine, i due accettano la percentuale minima e  il capitano dei Molossi convince il collega: “Facciamo una cosa, evitiamo tutto: pigliamoceli sti pidocchi. Stavolta è andata così”, facendo intendere maggiori incassi alla successiva operazione. Insomma, dalle intercettazioni, gli investigatori capiscono che l’affare non è isolato, o meglio che il capitano della Nocerina, idolo in campo in una stagione trionfale, ha deciso di «arrotondare» illecitamente i suoi guadagni anche in prospettiva. Aveva deciso, senza mezzi termini, di vestire i panni di intermediario delle «magliette nere», ovvero delle dosi di ecstasy (droga sintetica che i due calciatori contrassegnavano, a seconda della qualità, con i codici XD o DS).
Un giro d’affari che avrebbe fruttatoloro ulteriori guadagni rispetto a quelli calcistici.
Per Vincenzo De Liguori erano pronte a schiudersi le porte della serie B con la Nocerina, c’era un rinnovo di contratto già pronto per il capitano, simbolo di una storica promozione, dopo anni in cui ha vanamente inseguito il sogno cadetto, una categoria appena sfiorata ad Ancona, dopo gli anni di Juve Stabia con una finale persa per la serie B contro il Savoia. Idolo non solo a Nocera, De Liguori, ma anche a Taranto (6 campionati con i pugliesi) e a Benevento, dove ha vinto il torneo di serie C2. Eppure, mentre vinceva in campo «piazzava» ecstasy.
La Nocerina si è detta fiduciosa sugli sviluppi dell’inchiesta, così come ha fatto la Casertana in merito al coinvolgimento di Claudio Risi, futuro papà, calciatore arrivato ai Falchetti per sostituire l’ex napoletano Capparella lo scorso dicembre. Proveniva dalla Sibilla Bacoli, ma nell’inchiesta iniziata nel 2006 dai Carabinieri di Grazzanise, l’attenzione su di lui è stata focalizzata nella stagione 08/09, quando ha vestito la casacca dell’Isola Liri, dove molto probabilmente ha conosciuto
Guido Bruno, altro personaggio coinvolto nell’inchiesta, ma che non avrebbe ruoli ufficiali nel club laziale di Seconda Divisione. Risi è una colonna del calcio campano, grazie alle tante casacche indossate, da quella del Giugliano alla Sangiuseppese, passando per Ebolitana, Palmese, Paganese e Cavese. Uno tra i migliori calciatori dilettanti attualmente in circolazione in Campania e, forse per questo, il perché si sia fatto coinvolgere in quest’assurda vicenda resta un mistero.

 

ecco il link dell'articolo completo, tratto dal sito metropolis web

http://www.metropolisweb.it/Notizie/Sport/intermediari_ecstasy_150_euro_tutte_accuse_calciatori_indagati.aspx