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Cava de Tirrenti Omicidio Simonetta Lamberti il pm vuole sentire il padre PDF Stampa E-mail
domenica 13 novembre 2011

Cava de Tirreni L’ex magistrato Alfonso Lamberti possibile chiave della nuova indagine sull’omicidio di Simonetta: la procura antimafia di Salerno vuole ascoltarlo, convinta che ci siano altri elementi utili a ricostruire il nuovo quadro investigativo. Il caso si è riaperto dopo le dichiarazioni del killer cutoliano di Nocera, al sostituto procuratore Montemurro, titolare del nuovo fascicolo sul delitto del 1982.

Il giudice Alfonso Lamberti, vero obiettivo della batteria omicida, verrá sentito da Montemurro quale persona informata sui fatti. Il killer nocerino, autoaccusatosi del delitto, ha ridisegnato la squadra omicida della Nco, l’associazione camorristica capeggiata dal boss Raffaele Cutolo, o’professore. Le chiamate in correitá fatte dal nuovo collaboratore dovranno essere riscontrate, con la batteria a bordo di una Fiat 127 bianca, l’auto ch incrociò la vettura del giudice Lamberti a Molina di Vietri prima di aprire il fuoco nell’agguato. Se quella macchina fu fornita da un altro vecchio pentito di camorra, Giovanni Gaudio, ora indagato perchè indicato dal killer quale protagonista anche dell’appoggio logistico, mancano ancora dei tasselli. I vecchi imputati, giá assolti nel corso degli anni, per il pentito non c’entrano nulla. Francesco Apicella fu condannato in primo grado all’ergastolo, poi assolto, mentre il temibile Salvatore Di Maio, Tore o’guaglione, l’uomo di Cutolo a Nocera Inferiore, e Carmine Di Girolamo, furono scagionati in primo grado. Apicella fu riconosciuto da un testimone oculare e indicato come l’autista del commando, quello che materialmente era alla guida della Fiat 127 bianca. Quel teste era Fioravante Resa, di Nocera Superiore. Il nuovo collaboratore, attualmente in carcere, ha raccontato la storia di quell’agguato, scattato il 29 maggio del 1982 a Cava de Tirreni. Il giudice fu individuato, pedinato e l’auto venne crivellata di colpi, ma il commando non si accorse della presenza di Simonetta, sdraiata sul sedile posteriore. La realtá attuale mette in gioco una nuova ipotesi, con nuovi nomi iscritti nel registro degli indagati, nuovi interrogatori e nuove prospettive legate alle mire del clan che voleva eliminare Lamberti. Il killer nocerino, volto noto, non era indagato nel primo procedimento penale sulla morte della ragazzina di Cava. La vicenda si intreccia con il magistrato Lamberti, indicato quale referente del clan di Galasso dallo stesso Don Pasquale. Intanto preferisce non parlare Serena Lamberti, sorella di Simonetta. Serena, che ha ricevuto attestati di solidarietá su facebook, ha chiesto un incontro a Montemurro, titolare dell’inchiesta. Alfonso T. Guerritore (ha collaborato Vincenzo Lamberti)




fonte: Michele Cinque - Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo