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CAMPANIA PRIMA REGIONE PRODUTTRICE DI TABACCO IN ITALIA PDF Stampa E-mail
mercoledì 24 aprile 2013

Image  ''C'e' una cultura da salvare e la battaglia va fatta sulla qualita', sulla distintivita' e l'italianita'’’: a dirlo e’ il presidente nazionale di Coldiretti, Sergio Marini, intervenuto a un incontro sul tabacco organizzato a Napoli proprio da Coldiretti e Philip Morris.Nel corso della giornata sono emersi i numeri da record della tabacchicoltura campana che la fa da padrona assicurando la meta’ dell’intera produzione nazionale.

   

''La nostra collaborazione con la Philip Morris – dice Marini - e' la dimostrazione che sono importanti i finanziamenti, ma anche la volonta' degli imprenditori di fare crescita vera e trovare accordi che abbiano effetti positivi per l'occupazione e sul pezzo. Sulla filiera non e' importante la somma delle sigle, ma delle idee. La filiera del tabacco soffre la crisi, ma se la cava nonostante il taglio importante dei contributi. Attraverso gli accordi riusciamo a dare risposte concrete e di prospettiva. Questo era un settore che viveva alla giornata legato solo a quello che accadeva a Bruxelles – continua Marini - oggi e' legato anche alla capacita' degli imprenditori di fare accordi solidi e di lungo periodo, fondati su capacita', qualita' e in grado di dare risposta al consumatore''.

    Proprio su queste basi poggia un accordo tra Coldiretti e Philip Morris Italia per gli acquisti di tabacco italiano che di fatto ha accorciato la filiera a difesa della redditività e per salvaguardare l'occupazione.

“Questo – dice Marini - ci ha permesso di rendere la tabacchicoltura più sostenibile e più competitiva, ma soprattutto ha offerto una prospettiva al settore in una ottica di miglioramento dell’efficienza di filiera in cui la Coldiretti è fortemente impegnata”.

    E non tutto, infatti, e' negativo. L'Italia e' anche il primo esportatore di tabacco in Europa e la Campania, nel settore, la fa da padrona. Da sola infatti produce il 50% del tabacco italiano. E' nelle province di Caserta, Benevento e Avellino, che si concentra la maggiore produzione dove, rispettivamente, vengono prodotte il 41%, il 33% ed il 15% dell'intera produzione regionale.

  

  ''Con il chilometro zero abbiamo dato certezza operativa ed economica alla filiera del tabacco - diceGennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania - Il settore ha corso seri rischi di abbandono, chiusura delle imprese e perdita di lavoro, con chilometro zero abbiamo ridato certezze. Questo aiuta perche' spesso si disperdono risorse - aggiunge Masiello - invece cosi' vanno a chi lavora e produce. L'agricoltura e il turismo possono essere la leva dello sviluppo del Mezzogiorno per il passato si e' provato con una industrializzazione spinta e abbiamo visto che ha lasciato solo cemento e disoccupazione''.

    ''Ci sono preoccupazioni dovute al quadro generale e ai problemi del settore - dice Mario Catania, ministro per le Politiche agricole - Dobbiamo fare di tutto per salvaguardare insieme la filiera produttiva del tabacco’’. 

    "Si sta parlando di un settore principe per la nostra economia e per L'Italia - dice Daniela Nugnes, consigliere delegato per l'Agricoltura della Regione Campania - Sono appena quattro le regioni produttrici, ma hanno sempre prodotto un tabacco di qualità e quantitativi molto importanti".

    Ma in Campania e in Italia riesplode anche il fenomeno del contrabbando di sigarette. L'aumento, nel 2012, e' stato di oltre il 50% e addirittura del 300% rispetto al 2009. Il dato e’ tra i piu' elevati dell'Unione europea e ha raggiunto nel 2012 l'8,5% del totale del consumo di sigarette. E’ quanto emerso dello studio realizzato da Kpmg per la Commissione europea presentato oggi a margine di un incontro organizzato da Coldiretti e Philip Morris a Napoli.

 

  La riforma dell'Organizzazione Comune di Mercato, relativa al tabacco del 2004, ha previsto la conversione graduale al regime di pagamento unico, con un periodo di transizione tra i due regimi sino al 2009 incluso. Durante questo periodo, circa il 40% dell'aiuto e' confluito nel regime di pagamento unico, mentre il restante 60% e' rimasto vincolato alla produzione, alla qualita' ed al contratto di conferimento con l'impresa di trasformazione. A partire dal 2010 e sino al 2013 questo aiuto viene totalmente disaccoppiato, con una particolarita' che il 50% dell'introito maturato nel triennio di riferimento confluisce nel premio unico, mentre il restante 50% passa nel secondo pilastro della Politica agraria comunitaria, relativamente alle politiche di sviluppo rurale. L'importo spettante alla Regione Campania ammonta a 215 milioni di euro.