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La Corte di Giustizia pubblica le motivazioni dell'esclusione della Nocerina PDF Stampa E-mail
lunedì 07 aprile 2014
A due mesi dalla pronuncia, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza d'appello sul "derby-farsa" che di fatto ha tagliato fuori la Nocerina dal campionato di Prima Divisione. Il dispositivo diffuso oggi (ieri ndr) dallaCorte di Giustizia Federale, con cui viene confermata la sentenza di primo grado della Commissione Disciplinare, contempla le motivazioni delle sanzioni inflitte a club, dirigenti, allenatori e tesserati. In particolare, viene posto l'accento sulla premeditazione della strategia che prevedeva di esaurire le tre sostituzioni prima dei 5 infortuni utili a far raggiungere il limite di calciatori in campo. Il dispositivo ripercorre in primis le posizioni dei tesserati coinvolti:"Segnatamente, l'imputazione veniva così rubricata dall'organo dell'accusa" per avere, prima e durante la gara Salernitana - Nocerina disputatasi presso lo stadio Arechi di Salerno il 10.11.2013, valevole per il Campionato di 1ª Divisione, girone "B", della corrente stagione sportiva, in concorso fra loro, ciascuno con le rispettive condotte a loro di seguito contestate, posto in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento ed il risultato della gara suddetta, concordando la sostituzione di tre calciatori al 1° minuto di gioco e simulando, nel breve volgere di 16 minuti (tra il 4' e il 19'), 5 infortuni al fine di determinare il venir meno del numero minimo di giocatori previsto dal Regolamento del gioco del calcio per poter continuare una gara, con la conseguente sospensione della partita in oggetto. In particolare, Luigi Benevento, Giovanni Citarella, Luigi Pavarese,Gaetano Fontana, Salvatore Fusco per aver concordato, prima della gara, i modi e i tempi delle sostituzioni dei calciatori nonché il numero di infortuni da simulare onde raggiungere il preordinato risultato della sospensione, Davide Evacuo, Luca Ficarrotta e Carmine Polichetti per aver accettato di prendere parte alla combine facendosi sostituire quando ancora non era trascorso un minuto dall'inizio della gara, allo specifico e preordinato fine di esaurire immediatamente il numero di sostituzioni a disposizione, Carlo Cremaschi, Giancarlo Malcore e Celso Daniel Jara Martinez per aver accettato di prendere parte alla combine sostituendo i compagni scesi in campo come titolari quando ancora non era trascorso un minuto dall'inizio della gara, allo specifico e preordinato fine di esaurire immediatamente il numero di sostituzioni a disposizione, Domenico Danti, Edmunde Etse Hottor, Iuzvisen Petar Kostadinovic, Franco Lepore e Lorenzo Remedi per aver simulato infortuni di gioco al solo fine di provocare la sospensione della gara per il venir meno del numero minimo di giocatori per poter continuare una gara, Giovanni Rosati per aver partecipato all'accordo illecito avallando l'uscita dal terreno di gioco dei calciatori che avevano simulato gli infortuni. Con le aggravanti di cui all'art. 7, comma 6, del Codice di Giustizia Sportiva, della effettiva alterazione dello svolgimento e del risultato della gara, determinato dal Giudice Sportivo a seguito della sospensione della stessa. E nel caso specifico dell'esclusione del club, viene inserita tra le aggravanti anche la "platealità delle condotte", poste in essere sotto gli occhi di migliaia di spettatori. Condotte che non denotano, si legge nel dispositivo, una tensione emotiva ma una inaccettabile naturalezza in favore di interessi economici (tentare di preservare i contributi federali previsti dalla Lega). Questo il passaggio finale del dispositivo relativo alle motivazioni dell'esclusione del club: "Ed, infatti, gli eventi in discussione, per la pervicacia che riflettono, accresciuta anche dalla platealità delle condotte, poste in essere con deprecabile noncuranza sotto gli occhi di migliaia di spettatori, hanno finito per scuotere l'intero sistema calcistico, compromettendone nell'immaginario collettivo la complessiva affidabilità e favorendo il venir meno della pubblica fiducia. Ad essi si è, infatti, accompagnata, con immediatezza, la diffusione di una vasta eco di discredito che ha offuscato l'immagine dell'intero movimento calcistico italiano, di cui è stata pregiudicata la credibilità sia in sede nazionale che in sede internazionale. Né, peraltro, possono essere sottaciute le poco commendevoli ragioni che hanno ispirato tali fatti e che, viceversa, riflettono, sotto diverso profilo, la profonda lontananza delle condotte accertate - segnatamente quelle dei dirigenti della Nocerina - dal canone generale della lealtà che dovrebbe ispirare la partecipazione a qualsivoglia manifestazione sportiva, concretandone, quale comune denominatore, la valenza di fenomeno culturale. I fatti in addebito (per quel che concerne in particolare i dirigenti), e prima ancora le stesse condotte che li hanno preceduti, riflettono tutt'altra tensione emotiva, incondizionatamente dominata da una immediata, convinta adesione (sintomatica, al riguardo, la preparazione delle magliette con la scritta "Rispetto per Nocera") alle irricevibili, per forma e contenuti, rimostranze dei tifosi della Nocerina, estranee alla tutela ed alla conservazione dei valori dello sport, che pur dovrebbero rappresentare un obiettivo indeclinabile nella condotta di ogni tesserato. Non può, dunque, che essere stigmatizzata l'inclinazione manifestata dai dirigenti della Nocerina a schierarsi, da subito, con convinzione ed inaccettabile naturalezza, in favore di interessi (dei tifosi ovvero economici) che, per il solo fatto di porsi in evidente distonia con i valori della legalità e dello sport, avrebbero dovuto, viceversa, assumere, senza esitazione, carattere recessivo".