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Acquedotto alla Gori, rivolta dei sindaci PDF Stampa E-mail
giovedì 15 maggio 2008

ImageNocera Inferiore. «Resistere, resistere, resistere». É il commento del sindaco Antonio Romano al termine della riunione di maggioranza convocata per decidere la linea da seguire rispetto a quella che sembra ormai l'inevitabile entrata in scena della Gori. A pochi giorni dalla presa di possesso della gestione del servizio idrico integrato da parte della società, l'amministrazione nocerina decide di non arrendersi e di affiancarsi agli altri pochi Comuni che ancora combattono contro la privatizzazione dell'acqua.

Di ritorno da un vertice tenutosi a Castellammare di Stabia, Romano ha portato in maggioranza una nuova ventata di energia per cercare di resistere contro la Gori e stilare un programma di azione. «A giorni coinvolgeremo attraverso i capigruppo anche l'opposizione e terremo un nuovo vertice nel nostro Comune con i colleghi sindaci che vivono analoga situazione. Con essi abbiamo deciso di creare un pool di legali per continuare la battaglia sia sul fronte civile che penale perché esistono dei lati oscuri da approfondire - dice Antonio Romano - poi porteremo la questione sicuramente anche in consiglio comunale per cercare di coinvolgere l'intera cittadinanza». L'obiettivo ultimo dell'amministrazione Romano sarebbe quella di prendere tempo e di evitare che la Gori entri in possesso della gestione del servizio idrico fino al 12 dicembre data in cui, con la scadenza delle convenzioni, si potrà cambiare l'attuale stato di cose. Intanto la questione Gori si trascina dietro veleni e polemiche su presunti «affari personali» che avrebbero accompagnato e agevolato il passaggio alla privatizzazione dell'acqua. É scontro a distanza tra il consigliere provinciale dell'Udeur, Pasquale D'Acunzi, e Giuseppe Grassi presidente del Circolo della Libertà mentre Maurizio Benigno, presidente del comitato Rione Arenula chiede addirittura l'intervento della Procura della Repubblica.

A scatenare la bagarre sono state proprio alcune dichiarazioni di Grassi. «Non si capisce - aveva detto - come le resistenze alla Gori, che dovrebbero essere ovvie per impedire che un bene comune vada ai privati, non trovino riscontro nei fatti - dice Grassi - Gli appetiti nella gestione della Gori sono dimostrati dai diversi posti di lavoro elargiti a parenti e amici di esponenti politici che oggi si dichiarano contro la privatizzazione». Dichiarazioni che hanno suscitato una serie di reazioni come quella di Pasquale D'Acunzi che invita Grassi a fare nomi e cognomi. «Sulla vicenda Gori - dice D'Acunzi - è ovvio e giusto che l'amministrazione discuta sull'opportunità o l'obbligo di aderire ad essa. Quanto alle dichiarazioni di Grassi vorrei ricordargli che il percorso che porterà all'entrata in scena della Gori è iniziato quando il centrodestra era ampiamente rappresentato nell'Ato3. Se vogliamo parlare di responsabilità politica allora è bene che sia chiaro questo. Quanto a presunti interessi personali di esponenti politici che avrebbero agevolato il passaggio alla Gori, invito Giuseppe Grassi a non fare insinuazioni.

Se poi qualcuno ha qualcos'altro da dire lo faccia». Benigno, invece, va oltre, e invita a fare chiarezza su tali presunte assunzioni la Procura della Repubblica. Un esposto denuncia è stato depositato ieri mattina presso la Procura nocerina. In essa Benigno fa riferimento alle dichiarazioni di Grassi e di altri esponenti politici circa parenti e amici di esponenti politici che, in concomitanza con l'inizio del percorso di privatizzazione dell'acqua, avrebbero trovato aperte le porte della società.

Cfr Il Mattino On Line Articolo di Algia Testa