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Fosso Imperatore: Industrializzazione Fantasma PDF Stampa E-mail
giovedì 17 gennaio 2008

INDUSTRIALIZZAZIONE FANTASMA

FOSSO IMPERATORE: Gli indagati salgono a 25. Dopo i due sindacalisti accusati di estorsione, sotto inchiesta altre dieci persone tra manager e fornitori

Sotto choc il mondo del lavoro per il coinvolgimento dei rappresentanti di categoria La Procura apre altri fascicoli.

 
 
 
 
Dal Quotiano "Il Mattino" del 17.01.2008 - Articoli di Domenico Barbati e Salvatore De Napoli
 

 
 
 

Sarebbero due sindacalisti esperti e che si sono occupati per più tempo delle vicende delle ex Mcm e della loro reindustrializzazione, i due rappresentanti del sindacato indagati dalla procura della repubblica di Nocera Inferiore per estorsione nell'inchiesta su Fosso Imperatore. I due sindacalisti (la cui identità è tenuta top secret), secondo gli investigatori e i primi riscontri ottenuti in questi mesi di indagine, avrebbero ottenuto una tangente di diverse decine di migliaia di euro per il tramite di un consulente di alcune aziende aderenti al Ctm (Consorzio tessile meridionale) finanziato nel 2001 con un accordo di programma. L'ingente somma sarebbe stata pagata dagli imprenditori per garantire la pace sindacale o meglio che i lavoratori non protestassero per quanto accadeva a Fosso Imperatore. Ma lo sconcerto per la notizia appresa dal nostro giornale dei due sindacalisti sott'inchiesta è destinata a crescere. Infatti gli indagati nell'affaire Fosso Imperatore sono saliti a 25, con più di 10 i nuove iscrizioni che si aggiungono ai 14 tra imprenditori, manager, professionisti già iscritti nell'apposto registro della procura. Tra questi 10 nuovi indagati ci sono anche altri imprenditori, per lo più fornitori di alcune aziende di Fosso Imperatore. Questi fornitori avrebbero gonfiato l'importo delle fatture per gli acquisti di macchinari da parte di alcune aziende aderenti al Ctm, contribuendo a truffare lo stato e a far arricchire industriali. Gli indagati potrebbero ancora aumentare. Importanti notizie si attendono, infatti, dal lavoro dei periti incaricati dai pm di esaminare bilanci aziendali e documentazione varia delle imprese del Ctm. Ormai l'inchiesta è arrivata a un traguardo. C'era, però, chi credeva che l'inchiesta dei pm Roberto Lenza e Giuseppe Cacciapuoti, coordinati dal procuratore capo Domenico Romano, fosse impantanata, per via dell'indulto che avrebbe reso difficile l'arresto degli indagati le cui presunte malefatte sarebbero antecedenti al due maggio 2006, data prima della quale si applica l'indulto stesso. Dopo la denuncia della Cgil e di Striscia la Notzia sugli sperperi a Fosso imperatore, infatti, era partita l'inchiesta diretta dal procuratore capo ed eseguita dalla Finanza di Nocera Superiore. I finanzieri presentarono un'ampia relazione ai due pubblici ministeri poi delegati. I pm hanno interrogato a più riprese gli indagati, ottenendo confessioni e riscontri investigativi, anzi allargando l'inchiesta. In questi mesi, sono giunti attacchi su presunte lentezze investigative o mancate adozioni di misure cautelari. E invece, le indagini continuano, come sanno bene gli indagati e i loro avvocati.

 

 
Vertici confederali e autonomi compatti "Fatto gravissimo, avanti senza sconti"
 

Una condanna unanime si leva dai sindacati dopo la diffusione della notizia di due sindacalisti indagati per estorsione nell’affaire Fosso Imperatore. Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono che, se saranno provate le accuse contro i due rappresentanti sindacali, questi vengano condannati severamente. «Si vada fino in fondo - afferma Franco Tavella, segretario provinciale della Cgil -. Bisogna perseguire anche comportamenti sindacali scorretti. Se risulteranno provate le accuse, che questi sindacalisti siano arrestati. Io e la Cgil ci stiamo battendo per ripristinare una condizione di sviluppo e dare risposte a centinaia di lavoratori che pagano il prezzo di una condizione di disastro creatasi in quella area. Il provvedimento emanato dal Ministero e il percorso della Corte dei conti dimostra che era giustificata l'iniziativa intrapresa dalla Cgil nel denunciare una condizione di anomalia nell'utilizzo dei fondi nell'accordo di programma del 2001». E Pietro Ciotti, segretario provinciale della Cisl aggiunge: «Spero che la magistratura faccia subito chiarezza. Non possono rimanere impuniti personaggi che si indentificano come sindacalisti che abbiano avuto responsabilità in questa storia squallida di Fosso Imperatore». Riccardo Fiore, leader della Uil, incalza: «E' un’indecenza. Il sindacato non tutela questi personaggi. E' bene che vengano perseguiti. Se questi sindacalisti sono stati corrotti, gli imprenditori li hanno pagati per fare i loro comodi con i finanziamenti statali». Fa sentire la sua voce anche Franco Bisogno, segretario provinciale della Ugl. «Sono rimasto sconcertato. Indipendentemente dalle sigle sindacali cui questi due sindacalisti appartengono, spero che la magistratura faccia chiarezza, anche se queste accuse di estorsioni mi sembrano inverosimili». La notizia dei due sindacalisti indagati dalla procura nocerina è l'occasione anche per altre riflessioni. «Quanto è accaduto a Fosso Imperatore - dice Tavella - dev'essere occasione per ridiscutere nel merito tutta la programmazione negoziata che non riguarda solo il contratto tessile ma anche gli altri strumenti a partire dai patti territoriali, che hanno esaurito il loro compito e rischiano di trasformarsi in terreno di lottizzazione politica». Fiore specifica ancora che: «L'affaire Fosso Imperatore va sempre più ingarbugliandosi e gli unici a pagarne le spese sono i lavoratori. Abbiamo fatto anche degli incontri a Nocera per risollevare le sorti delle aziende in crisi, anche se i risultati sono stati scarsi. Abbiamo fatto bene come Cgil, Cisl e Uil a sollevare la questione Fosso Imperatore, anche se con distinguo tra di noi confederali, essendo io favorevole a condannare gli industriali ladri ma salvando quelli corretti e onesti. Fosso Imperatore era una grande speranza per l'Agro nocerino: con il suo fallimento sono naufragate le speranze dei sindacalisti onesti e dei lavoratori. Ora dobbiamo farci carico proprio dei lavoratori. Finora si è fatto un bel chiacchierare e poco di concreto. Invito Confindustria, Camera di commercio, comuni, la Provincia a incontrarci per stabilire le direttrici di sviluppo della provincia di Salerno, riprendendo quella cabina di regia che aveva aperto la discussione per il rilancio produttivo del territorio».

 
  
 
Incarichi da tutor nei corsi di formazione assegnati a parenti e figli di sindacalisti
 
 

L'inchiesta sulla reindustrializzazione dell'area ex McM a Nocera Inferiore, ed in modo particolare il filone che ha coinvolto due sindacalisti, si arricchisce di un retroscena. Riguarda una vicenda che non è tuttavia collegata al filone che la procura sta coltivando (quello che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due dirigenti sindacali) ma che potrebbe richiamare l’attenzione degli inquirenti. Il caso, documentato, riguarda i contratti e le relative retribuzioni per l'attività di tutoraggio svolta per conto dei Consorzi, specie Salerno Sviluppo, e delle aziende, per il reinserimento degli operai ex McM. In pratica gli operai per essere riavviati al lavoro, e acquisire le nuove conoscenze tecniche in aziende diverse da quelle in cui erano precedentemente impiegati, dovevano svolgere dei corsi di formazione con l'assistenza di tutor regolarmente retribuiti così come prevede la legge. Ma è proprio sui nomi di questi tutor che si è soffermata l'attenzione dei magistrati. Così, incrociando i dati e verificando le parentele, è venuto fuori che i figli di un sindacalista hanno prestato la loro attività professionale come tutor per l'azienda Borrelli percependo, una figlia un compenso totale di 38.839.500 lire; e il figlio un compenso di 18.600.000 lire. C'è poi anche la moglie di un dirigente sindacale (che non risulta coinvolto nell’inchiesta penale) che ha percepito 29.122.000 lire sempre per la stessa opera di tutor. Le retribuzioni, riguardano complessivamente circa un anno di lavoro anche se scaglionato nel tempo e con pagamenti diversi a seconda delle modalità di effettuazione del tutoraggio. Ovviamente, va precisato, siamo in presenza di regolari forme di prestazione professionale, governate da contratti e normative. Da questo punto di vista, pertanto, nessun profilo penale sarebbe rilevabile. la questione è, piuttosto, di carattere politico. Come venivano scelti i tutor? Sulla base di quali caratteristiche? E perché la ricorrenza della presenza di parenti di sindacalisti? Un dato che tocca versanti di opportunità politica giacchè è ben evidente il ruolo pubblico-istituzionale che viene riconosciuto alle organizzazioni sindacali nel quadro della contrattazione su grandi programmi di sviluppo. I tutoraggi sono stati svolti e retribuiti tutti fra il 2000 e il 2001 tranne un mese del 1999 che riguarda soltanto la figlia di un sindacalista. Date che risalgono a molto tempo prima che scoppiasse lo scandalo delle aziende fantasma e la vicenda di Fosso Imperatore con tutte le conseguenze economiche e politiche che si sono trascinate. Una vicenda che avrebbe rischiato di cadere nell'oblio se non fosse stata ripescata e tornata tristemente d'attualità con lo scandalo di queste ore che vede sulla graticola mediatica non più i politici e gli imprenditori ma anche i rappresentanti dei lavoratori.