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Rissa in famiglia, tre arresti PDF Stampa E-mail
venerdì 06 giugno 2008

ImageCava de’ Tirreni. Colpisce più volte al volto il fidanzato della figlia, mentre è al bar con suo nipote. Al Coccinella Caffè cala il terrore: sangue, urla e la corsa in ospedale. I tre vengono arrestati dai carabinieri per rissa e lesioni personali, ma davanti al giudice si difendono: abbiamo alzato il gomito e quello che è iniziato come gioco ci è sfuggito di mano. Stavamo provando le mosse di wrestling, tutti e tre siamo degli appassionati e frequentiamo anche dei corsi in palestra». Un finale tragicomico per la violenta colluttazione che ha portato in carcere Fulvio Ferrentino, 21 anni (un precedente per furto), Pompeo Milito. 41 anni (pregiudicato) e il nipote Davide Izzo.

Tutti e tre sono stati arrestati la scorsa notte dai carabinieri della stazione locale, diretta dal comandante Paolo Mannino, in flagranza di reato per rissa e lesioni personali. Sulla versione fornita dai tre resta qualche ombra. Per gli inquirenti, all'origine della lite ci sarebbe con ogni probabilità la storia d'amore tra Ferrentino e la giovane figlia di Milito. Il suocero, probabilmente mosso da gelosia paterna, avrebbe approfittato della simulazione di un incontro di wrestiling per risolvere una vecchia ruggine.

Tutto è accaduto poco dopo la mezzanotte. Pompeo Milito è al Coccinella, il bar da poco aperto in via Sorrentino (una traversa di corso Umberto I, a pochi passi dalle Poste). Qui incontra il nipote Davide Izzo e il fidanzato della figlia, Fulvio Ferrentino. I tre mandano giù qualche bicchiere. «Sembrava tutto tranquillo - hanno riferito i stessi gestori del bar -. All'interno dei nostro locale non è accaduto nulla». Milito e Ferrentino si appartano. Il tono della loro voce diventa sempre più concitato. Prima qualche spinta, sguardi in “cagnesco”, poi si scatena la violenza: colpi proibiti, pugni, calci. Ferrentino cade a terra: non si muove, dal naso fuoriesce del sangue e in pochi attimi il viso si trasforma in una maschera di sangue.

Intanto i residenti chiamano i carabinieri. «Abbiamo sentito quelle urla e ci siamo affacciati al balcone - racconteranno - Quando abbiamo visto il giovane cadere a terra abbiamo chiamato i carabinieri». Una gazzella giunge immediatamente sul posto. I tre vengono fermati e arrestati in flagranza di reato per rissa e lesioni personali. Fulvio Ferrentino viene accompagnato all'ospedale Santa Maria dell'Olmo e Costa D'Amalfi. Una volta medicato, i medici del pronto soccorso lo dimettono con una prognosi di sette giorni. I tre vengono trattenuti nella camera di sicurezza in attesa del processo. Nello stesso pomeriggio di ieri Milito, Ferrentino e Izzo sono comparsi davanti al giudice per il processo per direttissima.

La dottoressa Ansalone ha convalidato l'arresto, procedendo però all'immediata scarcerazione dei tre, perchè non c'erano i pressuposti per applicare una misura cautelare. «Tengo a precisare che il mio assistito - spiega l'avvocato Giovanni Del Vecchio, difensore di Davide Izzo - è incensurato. Al momento della colluttazione stava chiacchierando con una ragazza ed è intervenuto solo per prestare soccorso all'amico». Il siparietto si è concluso con i tre che si sono abbracciati: «Siamo parenti non possiamo farci del male».

(di Simona Chiariello)