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Botte a tecnico e carabinieri, due arresti PDF Stampa E-mail
giovedì 12 giugno 2008

ImageCastel San Giorgio. Tentato omicidio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale: finiscono dietro le sbarre due fratelli di Castel San Giorgio. Lunedì pomeriggio i carabinieri di Mercato San Severino hanno riportato la calma in uno stabile del paese. Due fratelli, E.M. e P.M. si sono scagliati prima contro un consulente tecnico d'ufficio del Tribunale di Nocera Inferiore e poi contro alcuni carabinieri. Sono le 14,30 di lunedì quando sulla soglia di uno stabile del centro si presenta il Ctu. C'è da stimare l'immobile per conto della Procura dopo la procedura di pignoramento del bene. Un'operazione che il consulente aveva già tentato di effettuare in diverse occasioni trovando sempre l'opposizione dei due fratelli sangiorgesi che pare lo avessero minacciato. Tant'è che il professionista aveva deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine per portare a termine il proprio incarico. Detto fatto.

Gli uomini della Compagnia di San Severino, diretti dal capitano Emiliano Pievani, predispongono un piano per evitare che l'irruenza dei due fratelli possa per l'ennesima volta impedire la stima dell'immobile, peraltro di proprietà di un terzo fratello dei due arrestati. Si recano quindi sul posto in abiti civili, accompagnando il consulente e presentandosi come suoi collaboratori. Ma, come prevedibile, E.M. e P.M. non si curano della presenza di altre persone. Stavolta dalle parole si passa ai fatti. Dopo le minacce e, nonostante i carabinieri si fossero qualificati, i due aggrediscono fisicamente i presenti cercando di colpire il consulente all'addome con giravite e mazza chiodata. Non contenti, minacciano di prendere a fucilate il professionista e i carabinier.

Dopo una violenta colluttazione i militari hanno la meglio sui due aggressori, immobilizzandoli a traendoli in arresto. I carabinieri, pochi minuti dopo, perquisiscono l’abitazione dei due fratelli rinvenendo proprio un fucile da caccia. Di qui un'ulteriore denuncia per omessa custodia di arma da fuoco. Una volta ammanettati, E.M. e P.M. sono stati trasferiti prima presso i locali della Compagnia di Mercato San Severino e poi al carcere salernitano di Fuorni.

(di Giampaolo Ricca)