SOLIDARIETA' AI TRE BAMBINI DI PAGANI
luned́ 03 marzo 2008

Continuano le offerte di solidarietà in favore dei piccoli Giacinto, Arianna e Mariapia, i tre bambini che, per guarire dalla propria malattia, urgono di cure possibili soltanto con un viaggio della speranza in Florida. Pagani e Cava rispondono scendendo in campo nelle piazze centrali e promuovendo un’iniziativa di solidarietà tramite la vendita di uova pasquali.Restituire i piccoli al proprio sorriso stroncato da un’improvvisa malattia: questo l’obiettivo chiave dell’iniziativa di solidarietà accolta e rilanciata dai due comuni di Pagani e Cava Dè Tirreni. In occasione dell’oramai vicina festività pasquale, le due città dell’Agro si prestano a coltivare e a far propria l’iniziativa di solidarietà lanciata in primis dall’emittente locale di Telenuova e subito accolta da società sportive locali e politici dell’intero territorio, che hanno repentinamente messo a disposizione delle famiglie un piccolo contributo atto a trasformare la speranza in vera e propria concretezza per la vita futura dei piccoli.E’ da questo proposito che ieri mattina a Pagani l’associazione Onlus Francesco De Risi è scesa in campo, mentre la domenica delle palme sarà in piazza S. Alfonso per la vendita delle uova pasquali, il cui ricavato sarà interamente versato a favore dei tre piccoli, come conferma Anna Tramontano, componente dell’associazione: “Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare tutti i cittadini di Pagani a prendere parte a questa iniziativa. Tutti noi siamo vicini alle famiglie dei tre bambini e siamo pronti, con il nostro contributo morale ed economico, ad incoraggiarli affinché possano proseguire sereni verso il loro cammino”.E se Pagani si mobilita in favore di Giacinto, Arianna e Mariapia, la città metelliana non sembra venir meno alla propria coscienza. “Una colomba per Arianna”: Questo il titolo dell’iniziativa messa in piedi dall’associazione Cava Sviluppo per sostenere in particolare la piccola Arianna Manzo. Per lei, ieri mattina presso la piazza centrale, è stato allestito un gazebo finalizzato alla vendita di colombe della speranza a costo di 15 euro. I collaboratori di Cava Sviluppo, con la compresenza del padre della piccola, si dicono ottimisti per l’aiuto solidale offerto dai cittadini cavesi. Accorato, ad ogni modo, continua ad essere l’appello che rivolgono a tutti i cittadini affinché donino un contributo non solo per la bambina, ma per il proprio cuore e la voce della propria coscienza. Gli stand saranno presenti anche sabato 15 e domenica 16 Marzo.                                                                           (di Massimo Maria Civale)

 

 

 

 

 

appunto e notizie sulla Festa dell'8 Marzo a cura di MASSIMO MARIA CIVALE.....AUGURI DONNE DEL MONDO

L'origine della festa dell'8 Marzo risale al 1908,
quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York
scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni
in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu' proprio l'8 Marzo
che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica,
impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie,
tra cui anche delle italiane,
donne che cercavano semplicemente di migliorare
la propria qualità del lavoro.
Tra di loro vi erano molte immigrate,
tra cui anche delle donne italiane che,
come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita.

L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale,
diventando il simbolo delle vessazioni che la donna
ha dovuto subire nel corso dei secoli
e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.

L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata.
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza
da riproporre ogni anno come segno indelebile
di quanto accaduto il secolo scorso.


8 marzo

8 marzo 2007

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NUCERIA....dove sono nati i più grandi GLADIATORI del Mondo

dal COLOSSEO all'anfiteatro di POMPEI..tra vittorie e sconfitte. I VERI GLADIATORI...E LA STORIA CHE PARLA DI NOI...

(a cura di Massimo Maria Civale).Notizie in fondo alla pagine

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Un grazie di vero cuore a migliaia di concittadini  delle GLORIOSE due Nocera e di tutto il Mondo che  ogni giorno esprimono consensi auguri e simpatia  a NOCERA TV, Grazie ...Grazie

il direttore e tutto  lo  staff      VIVA NOCERA

_leggiamo insieme:

caro Massimo Maria,
ho ricevuto il tuo sms e come vedi sono passato dal tuo nuovo portale.
Tanti auguri per la bella iniziativa, che completa la tua "vita per la Tv".
Un abbraccio ed un saluto da Bari
a presto
Adriano Silvestri



 Caro Max, sei sempre il numero uno. Dove metti le mani, generi sempre, grandi interessi. Buon lavoro, saluti affettuosi,Mario D'Arcangelo.

 

Salve, innanzitutto complimenti per il sito,volevo sapere come si fa per pubblicizzare il mio locale sul vs sito?Continuate cosi' Nocera ha bisogno di persone come voi per essere al passo con le citta, si perche'ormai non siamo piu' un paesino ma una citta'.Viva NOCERA viva il suo popolo.
Agostino

 



grazie di aver letto la mia lamentela  - spero che accetti l'idea di fare una redazione con la voce dei cittadini - ne sentirai delle belle - nando


Ho appena aggiunto la vostra tv nel sito http://www.clubtotalstreaming.tk/ sulla destra dello schermo, spero vi piaccia l'idea e spero possa contribuire in qualche modo a far conoscere ulteriormente Nocera TV non solo in Italia ma anche all'estero. Nel frattempo, resto in attesa di un vostro palinsesto alla mail ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ).

Distinti Saluti,
Fabio

CIVALE SHOW... < Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo >

ciao a tutti, da Flower show.
una partenza sprint di una tv giovane non poteva
che  essere ideata dal gruppo Civale unici nel settore degli spettacoli. un abbraccio dal carissimo mister, FLOWER.

ciao Massimo alla Grande, ho visto il cortometraggio, hi fatto un gran lavoro, Ciao
Fabrizio D'Addio


 

Complimenti , bella iniziativa . Salvatore De Chiara





ciao allo staff di nocera tv..volevo dirvi che ho necessità di partecipare ad un vostro film!!!
vi prego di considerare la mia partecipazione al prossimo vostro kolossal!
cordiali saluti...Sergio Montuori

"IL TORMENTONE" affontando in modo critico e satirico, tutte le
problematiche sociali del salernitato, anche con ospiti e telefonate in
diretta.In attesa di riscontro, gradite cordiali saluti. Dr. Santacroce

 NOCERINI DOC ...I VERI GLADIATORI... E LA STORIA CHE PARLA DI NOI...CIVIS NUCERIA SUM

SONO CITTADINO NOCERINO

Dal Colosseo all'anfiteatro di POMPEI...tra vittorie e sconfitte, NUCERIA dove sono nati i più grandi GLADIATORI del Mondo 

 (ricerche di articoli e notizie sulla Gloriosa Nuceria Alfaterna di Massimo  Maria Civale)

 

dal Corriere Demoetnoantropologico 

La gloriosa e negletta storia di Nuceria
vENERDI, 01 FEBBRAIO 2008
Dott. Leonardo Cicalese

Civis Romanus Sum, ovvero “Sono Cittadino Romano”, era un titolo importante che gli antichi abitanti dell’attuale Nocera Superiore potevano vantare, in quanto iscritti alla tribù suburbana “Menenia” e fedeli alla città fondata da Romolo e Remo. La storia di Nocera Superiore non è ben conosciuta ed è un peccato, perchè sembra quasi una leggenda, una di quelle che partoriscono miti remoti, persi nei sapori e nelle gesta di un tempo antico. La città sorge nella media valle del Sarno, ai lati del sottobacino Cavaiola, in provincia di Salerno. Tale ubicazione era di grande importanza per le genti che la abitarono. In effetti, grazie all’abbondanza di acqua e alla presenza di legna da ardere, la zona fu abitata sin dalla preistoria: ne sono testimonianza manufatti neolitici ritrovati sulle montagne circostanti.
Per l’occasione, abbiamo rivolto alcune domande ad un conoscitore della storia antica e contemporanea della città: il dott. Leonardo Cicalese.
Quando nasce il primo insediamento sul territorio attualmente denominato Nocera Superiore?
Un primo insediamento sul territorio si fa risalire a circa duemilaseicento anni or sono. La cosiddetta “Urbula” raggiunse, qualche secolo dopo, la ragguardevole estensione di 100 iugeri, ovvero una superficie doppia rispetto a quella di Pompei. I primi abitanti si insediarono alla base dei Monti Lattari. Essi stabilirono la loro sede a destra e a sinistra della cosiddetta “Vena Bianca”, una scaturigine di acqua proveniente da queste montagne, e i villaggi presero il nome di “Oschito” e “Trebulonia”.
Perché il nome di “Nuceria”?
Deriva dall’indoeuropeo “Nubkria” che significa Nuova Rocca. Intorno al V sec. a.C., il territorio fu chiamato “Nuceria” e poco dopo “Nuceria Alfaterna”, per l’arrivo di genti originarie della Sabina, che lasciarono la loro terra a seguito di una rovinosa inondazione del Tevere. Infine, dal I sec. a.C. alla fine dell’Impero, la città fu chiamata “Nuceria Constantia”, per la fedeltà mostrata a Roma.
Come si arriva all’alleanza con la “Città Eterna”?
Beh, Nuceria era molto fiorente e, nonostante una dominazione etrusca, aveva conservato lingua e alfabeto propri, coniando addirittura moneta dal 280 a.C. Bisogna inoltre ricordare che fu a capo della Pentapoli Osco-Sannitica, comprendente Ercolano, Pompei, Stabia e Sorrento. Non c’è dunque da meravigliarsi se, nel 308 a.C., Fabio Massimo Rulliano sia andato alla conquista di Nuceria Alfaterna. La città, dopo alcuni tentativi di difesa, fu sconfitta e, pur conservando la sua autonomia, si alleò con Roma. Fu sempre fedele ad essa, anche durante la seconda guerra punica, che costò a Nuceria la distruzione da parte di Annibale, nel 216 a.C.
Può descriverci la struttura della città?
Nuceria era dotata di una triplice cinta muraria che misurava oltre quattro chilometri. Il noto archeologo W. Johannowsky, sulla scia delle ricerche, effettuate negli anni ’50 dai fratelli Matteo e Alfonso Fresa, cultori di antichità nocerine, eseguì importanti campagne di scavo e fece disegnare la pianta dell’antica città. Essa vantava un impianto di tipo ippodameo, ovvero vie principali longitudinali intersecate da vie ortogonali. Col passare dei secoli, il territorio è stato danneggiato da terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni e saccheggi, che infersero danni all’intero ambiente. Andarono distrutti abitazioni, foro, terme e vari edifici di culto. Portate alla luce: la Necropoli di Pizzone, il teatro ellenistico a Pareti, il Battistero Paleocristiano in S. Maria Maggiore.

 

Davide Speranza

 

 

La storia dell'Agro Nocerino Sarnese tra il Vesuvio e il fiume Sarno. Millenni di alluvioni e di eruzioni vulcaniche hanno coperto la valle di un humus fertilissimo, che lo ha reso ricco e popoloso, ma ha anche cancellate le testimonianze più antiche della presenza dell'uomo.
Solo agli inizi del I millennio a. C., con l'arrivo dal nord di popolazioni portatrici della cultura delle tombe a fossa, si delinea un quadro leggermente più articolato. Furono difatti i protoitalici Sarrasti a fondare, quattro secoli più tardi, intorno al 600 a. C., Nuceria e le altre città del territorio.
La loro storia appare profondamente unitaria, patrimonio indivisibile degli abitanti dell’Agro, in particolare di quelli dei Comuni fino al 1806 uniti nella Città di Nocera dei Pagani. Tutte le testimonianze antiche formano, dunque, la comune eredità degli abitanti dell'Agro, al di là delle divisioni amministrative.
Subito ricca e potente, Nuceria fu dagli inizi una comunità interetnica, in cui, accanto ai commercianti greci ed ai contadini indigeni, vi era una classe dominante etrusca e sarraste. Dell'enorme rilievo che l'elemento autoctono ebbe nella città è una prova l'adozione di un nuovo alfabeto, detto appunto "nucerino".
La cacciata dei re etruschi da Roma nel 509 e la vittoria, nel 474 a. C., della flotta siracusana su quella etrusca a Cuma, isolarono dalla madrepatria le città etrusche della Campania, che caddero una dopo l'altra nelle mani delle popolazioni italiche dell'Appennino, in cerca di terre più fertili e culturalmente ed etnicamente affini agli abitanti indigeni. A Nocera questo tramonto dell'egemonia etrusca è da porre intorno al 450 a. C., e più che ad una conquista è da attribuire ad un graduale sopravvento dell'elemento indigeno rafforzato dai nuovi venuti. Tra costoro vi erano probabilmente molti appartenenti alla tribù sannita degli Alfaterni, donde il nuovo nome di Nuceria Alfaterna.

 

 

LA STORIA E L'ICONA DEL GLADIATORE E LA RISSA DEI NOCERINI

All’inizio del III sec. a.C. i combattimenti gladiatori venivano strettamente associati ai sanniti, quando per “samnes” si indicava una particolare armatura gladiatoria. In seguito furono introdotti altri tipi di categorie come quella dei Traci, importati da Silla ed i Galli (successivamente denominati nelle categorie gladiatorie Mirmilloni) grazie a Giulio Cesare.

Fino alla fine del II sec. a.C. i termini “gladiatore” e “sannita” erano sinonimi.

I Gladiatori (da gladio=corta spada) erano per lo più prigionieri di guerra, schiavi, liberti, criminali condannati a morte, ma anche uomini liberi che, attratti dalla possibilità di ingenti guadagni, decidevano di diventare Gladiatori (auctorati). Scarse notizie si hanno circa le donne che scendevano in arena. Questi uomini appartenevano al lanista (impresario), il quale traeva il proprio profitto affittandoli per gli spettacoli. Il prezzo variava a seconda della qualità dei combattimenti e al grado di preparazione fisica richiesta. L’editor si impegnava inoltre al risarcimento di quei gladiatori che morivano nel combattimento.

Vivevano in apposite caserme, dove formavano delle familiae gladiatoriae, che oltre agli alloggi avevano una piccola arena per gli allenamenti svolti con i doctores (allenatori). A Roma esistevano quattro caserme: il Ludus Dacicus, il Ludus Gallicus, il Ludus Matutinus (dove risiedevano i venatores e i bestiararii, gladiatori specializzati nei combattimenti con animali) e il Ludus Magnus le cui rovine, vicine al Colosseo, sono ancora oggi visibili.

La tradizione popolare e la cinematografia classica ci hanno rappresentato i combattimenti come qualcosa di estremamente truculento e dall’esito sempre mortale, ma la realtà doveva essere sicuramente ben diversa visti i costi sostenuti per mantenere e allenare i morituri, e ancor più per i costi sostenuti dagli editores per offrirli al pubblico. E’ perciò probabile ritenere che la loro morte nell’arena non fosse così frequente, eccezione fatta per quei combattimenti denominati munera sine missione; la folla che accorreva per vedere i propri beniamini ne voleva poter ammirare la bravura e la prestanza fisica. Nei mosaici rappresentanti le pugnae (combattimenti) compaiono sovente scritti i soprannomi dei gladiatori, questo a significare l’affezione del pubblico durante tutta la carriera dei propri campioni. I più famosi arrivarono a combattere circa quaranta volte nell’arena. La loro prestanza fisica inoltre non sfuggiva alle nobildonne romane, meritandosi l’appellativo di suspiria puellarum. Un episodio che ben sintetizza il fanatismo dei sostenitori verso i propri idoli è dato dalla rissa che scoppiò nel 59 a. C. nell’anfiteatro di Pompei tra “tifosi” locali e nocerini. Gli incidenti iniziati durante un combattimento tra gladiatori, provocarono morti e feriti cosicché lo stadio fu squalificato per 10 anni.