La Camera di Commercio presenta la “fotografia” del territorio
lunedě 07 maggio 2012

Image Nel 2011 si conferma la persistenza delle criticità nella struttura produttiva provinciale misurata da un calo del Pil (-4,2%) con un Pil pro capite in provincia di Salerno pari solo al 71% di quello medio italiano. Non si arresta il processo di terziarizzazione dell’economia mentre emergono segnali di miglioramento dal mercato del lavoro, dove si registra un aumento degli occupati rispetto all’anno precedente di un punto percentuale. I consumi provinciali ristagnano a cui si associa una evidente difficoltà in termini di potere d’acquisto misurata da un livello di spesa pro capite pari al 79,6% del livello medio nazionale. Sebbene in riduzione, resta positiva la bilancia commerciale provinciale con un più 21 miliardi. Il 2011 fa segnare una ripresa del settore turistico grazie all’affermazione di un profilo del turista ad elevata capacità di spesa.

Questo in estrema sintesi è quanto emerge dal “Rapporto sullo stato dell’Economia provinciale” elaborato dalla Camera di Commercio di Salerno in collaborazione con l’Istituto Guglielmo Tagliacarne e presentato nel corso della X Giornata dell’Economia, l’appuntamento annuale in cui il sistema  camerale presenta una dettagliata fotografia del territorio contemporaneamente in ogni provincia.

Di seguito una sintesi dei principali indicatori emersi dall’analisi.  

 

 

Il Prodotto Interno Lordo

Il PIL provinciale a prezzi correnti relativo al 2011 fa registrare un calo del 4,2% che, pur essendo dello stesso segno rispetto a quello rilevato per la Campania, mostra però un arretramento più incisivo (Salerno -4,2%; Campania -2,2%), a maggior ragione se comparato con la dinamica nazionale (+1,7%).

 Il tasso di variazione medio annuo del Pil per il periodo 2008-2011 mostra, analogamente a quanto si è verificato nelle altre provincie campane, come l’economia di Salerno abbia sperimentato una traiettoria decrescente (-1,8%) solo leggermente più ripida rispetto a quella media regionale (-1,5%), su cui pesa la performance relativamente migliore della provincia di Napoli (-1,2%).

 Il Valore Aggiunto Settoriale

Il settore dei servizi rappresenta la principale attività economica della provincia di Salerno dove il valore aggiunto costituisce il 78,6% del totale, una percentuale di poco inferiore a quella regionale (80,2%) ma superiore a quella registrata per il meridione (78%) e l’Italia nel suo complesso. Continua ad attestarsi su valori contenuti il contributo dell’industria che è pari al 17,5% del totale, dato che non si discosta in misura significativa da quello della Campania (17,1%), ma risulta nettamente inferiore al valore nazionale (24,9%).

 

Il 6,1% del valore aggiunto provinciale proviene dall’edilizia e coincide con quanto rilevato a livello nazionale (6,1%). Il contributo proveniente dall'agricoltura è pari al 3,9%, un valore ampiamente superiore a quello medio regionale (2,6%), del mezzogiorno (3,3%) e, soprattutto, dell'Italia (1,9%).

La rilevanza del commercio all’interno dell’economia di Salerno ha un peso pari al 9,7%, leggermente inferiore al dato medio nazionale (10,2%). Il valore aggiunto prodotto dal commercio salernitano rappresenta il 21% circa del totale settoriale regionale, una quota seconda solo a quella ovviamente prevalente della provincia di Napoli (53%).

L’artigianato incide per il 10,8%, un dato inferiore alla media nazionale che è pari al 12,7%. Il contributo dell’attività artigianale salernitana su quella regionale appare ad ogni modo rilevante (28,6%), di non molto inferiore al peso della provincia di Napoli (33,5%).

 Il dinamismo imprenditoriale

Anche nel 2011, al pari di quanto osservato nello scorso anno, il tessuto locale ha mostrato un certo dinamismo, con un saldo positivo tra imprese iscritte e cessate pari a 1.584. In termini di variazione percentuale tra il 2011 ed il 2010 delle aziende attive, la provincia di Salerno ha registrato una variazione positiva prossima all’1%, in controtendenza rispetto a quanto rilevato a livello regionale (-0,3%) e nazionale (-0,1%).

 

Le imprese cessate in larga parte apparteneva al settore del commercio e dell’agricoltura, mentre i rialzi più significativi si sono osservati nel settore della fornitura di energia elettrica e gas, le attività immobiliari e i servizi ICT.

 Il mercato del lavoro

Il calo degli occupati registrato nella provincia di Salerno tra il 2007 e il 2011 è stato di circa dodicimila unità, una variazione del -3,4% che si è mostrata la meno intensa a livello regionale (-8,8%) su cui ha gravato in particolare la pesante contrazione della provincia di Napoli (-11,6%) e Avellino (-9,7%). Decisamente meno intenso è stato comunque l’impatto sull’occupazione a livello nazionale, dove il calo è stato dell’1,1%. Nel periodo in considerazione i disoccupati sono passati da 45.616 unità a 52.587 unità, (+15,3%) che è comunque un dato che dimostra anche in questo caso una risposta relativamente migliore da parte del sistema economico salernitano rispetto al resto del territorio regionale (+32,4%) e nazionale (+40,0%).

Concentrando l’attenzione sugli andamenti più recenti del mercato del lavoro di Salerno, i dati sul 2011 indicano un tasso di occupazione pari al 45,6%, il più alto della Campania, ed in aumento di un punto percentuale rispetto all’anno precedente.

I Consumi delle famiglie

Da un confronto tra il 2007 ed il 2010 si può notare la sostanziale stagnazione dei consumi delle famiglie salernitane, una andamento rinvenibile in modo generalizzato a livello regionale, con l’eccezione della provincia di Napoli, e che rende evidente le difficoltà in termini di potere d’acquisto da parte della popolazione locale. Con riferimento al 2010, andando ad analizzare la composizione della spesa pro capite delle famiglie si nota come dei circa 12.500 euro complessivi, poco più di un quinto (22%) sia destinato all’acquisto di generi alimentari che è un dato conforme a quanto registrato a livello regionale (23,2%), mentre per l’Italia si osserva una incidenza relativamente minore (17,2%).

 

 La ricchezza delle famiglie

 

A fine 2010 le attività in possesso delle famiglie salernitane risultano pari a 129 miliardi di euro circa di cui la maggior parte è detenuta in attività reali (72,4%), quali terreni (1,7%) e, soprattutto, abitazioni (70,7%), mentre le attività finanziarie costituiscono il 27,6% del totale. In merito a queste ultime, si deve sottolineare come esse siano costituite da depositi per il 13%, da valori mobiliari per l’8,5% e da riserve per il 6,1%%.

 

 

Ciò che emerge da questi dati è la preferenza delle famiglie salernitane per investimenti più sicuri come le case, che risultano nettamente preferite alle più remunerative, ma anche più rischiose, attività di investimento mobiliare.

In media il patrimonio di una famiglia è pari a 307.748 euro, a fronte di una media italiana di 377.995 euro, in arretramento rispetto al 2009 dell’1,3%, un calo che va nella direzione opposta di quanto verificatosi per l’Italia (+0,2%), specie se comparata con la crescita del Mezzogiorno (+0,6%) e della Campania (+0,7%), anche se il dato regionale è condizionato positivamente dall’unica performance provinciale positiva di Napoli (+2,6%).

 Il commercio estero

I dati 2006-2011 dimostrano che l’export locale ha mostrato una buona vitalità, anche se, una volta superata la fase più critica della recessione, il rimbalzo del 2010 si è rivelato meno intenso rispetto a quanto atteso e rispetto alla media regionale e nazionale, confermato dall'andamento del 2011. In particolare, il risultato relativo al 2011 (+1,1%, circa 2 miliardi di euro in termini assoluti, il 21% dell’export campano) evidenzia come si sia ancora lontani dai ritmi di crescita pre-crisi, anche a causa di un notevole clima di instabilità economica che ha comportato un rallentamento delle esportazioni anche per la Campania e per l’Italia, comunque cresciute più rapidamente (rispettivamente +5,4% e +11,4%) rispetto a quelle locali.

 Anche dai dati relativi alle importazioni è possibile osservare come la crisi abbia comportato gli effetti più significativi nel 2009 (Salerno -10,2%), con un impatto meno importante rispetto a quanto riscontrato a livello regionale (-17,3%). L’acuirsi della crisi ha influenzato negativamente l’evoluzione dell’import nel 2011, ancora in crescita ma a ritmi meno sostenuti. Tuttavia, nel caso di Salerno la frenata è risultata meno intensa (dal +20,2% al +17,9%) rispetto a quanto sperimentato dalla Campania (dal +37,8% al +9%) e dell’Italia (dal +23,4% al +8,6%).

 Complessivamente, il saldo commerciale provinciale tra il 2010 e il 2011 si è ridotto sensibilmente, passando da 292 milioni circa a poco più di 21 milioni. Ciò nonostante, al pari di quanto già rilevato nel 2010, anche nel 2011 la provincia di Salerno è stata l’unica delle provincie campane a chiudere l’anno con un surplus commerciale.

Per quanto riguarda la destinazione geografica dei flussi commerciali verso l’estero, quelli diretti verso l’Europa costituiscono il 66,4% delle export totale, una quota rilevante su cui pesa in modo particolare il mercato tedesco (17,2%), inglese (11,7%) e francese (9,5%).

 

Il Turismo

I principali indicatori turistici per il 2010 evidenziano per Salerno un buon posizionamento nella graduatoria delle province italiane sia per quanto riguarda la permanenza media (10-ma posizione con un rapporto presenze/arrivi pari al 5,8 – media italiana 3,8) che la qualità alberghiera (20-esima posizione in corrispondenza di un valore dell’indice pari al 27,5%, a fronte del 16% rilevato per l’Italia).

 

Meno buoni appaiono gli indici di internazionalizzazione e concentrazione turistica. Il rapporto tra arrivi stranieri e totale arrivi risulta pari al 28,6% (59-esima posizione in graduatoria) mentre l’indice di concentrazione turistica colloca la provincia di Salerno alla 52-esima posizione, con una rapporto arrivi/popolazione pari al 113,9%.

 Il turismo incide per il 4,4% sul totale del valore aggiunto provinciale, una quota che fa posizionare Salerno al 30-esimo posto nella graduatoria nazionale.

Nel 2011 tornano a crescere i flussi turistici in provincia di Salerno. Sono stati, infatti, 1.292.443 gli arrivi e 7.746.524 le presenze, registrando significativi incrementi rispetto al 2010, pari, rispettivamente, al +11% (127.580 arrivi in più) e +9,6% (677.131 presenze in più).

Come rimarcato precedentemente, gli italiani rappresentano il mercato più importante per la provincia di Salerno, coprendo quasi il 71,5% degli arrivi ed il 67,1% delle presenze.

 Il credito

Per quanto riguarda le sofferenze bancarie, nel periodo tra giugno 2009 e settembre 2011, si osserva per Salerno una dinamica relativamente migliore rispetto alla Campania e, a partire da giugno 2010, anche rispetto all’Italia.

A fine settembre 2011 il valore complessivo delle sofferenze bancarie in provincia risultava pari a circa 1 miliardo e 300 milioni di euro, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2010 del 31,6%: un dato inferiore all’incremento della Campania (35,3%) e dell’Italia (39,9%).

 Il costo del denaro.

 

I dati relativi al terzo trimestre del 2011 segnalano un tasso di interesse applicato alle famiglie salernitane (6,7%) più elevato rispetto alle altre realtà territoriali considerate (Campania 6,2%; Italia 5,5%). Un quadro simile emerge anche in merito al tasso di interesse per le imprese (9,8%), il più alto in regione e con uno scarto positivo di 2,4 punti percentuali dal dato nazionale (7,2%). Ne consegue un tasso di interesse complessivo (9,6%) ben più elevato di quello applicato in Campania (8,2%) e soprattutto in l’Italia (6,3%).

 I depositi e gli impieghi

Nell’ultima parte del 2011 si è osservata una sostanziale stagnazione dei depositi provinciali, fermi intorno a quota 15 miliardi di euro. Tale trend decrescente nell’evoluzione della raccolta bancaria ha rispecchiato a pieno le difficoltà del sistema economico locale.  Ciò che appare evidente per i depositi è come al 31 marzo 2011 le banche piccole e minori rivestissero un ruolo decisamente più rilevante nella raccolta (45%) rispetto alla banche maggiori (27,9%) e quelle medie (27,2%). Un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2008 e che si contrappone alla situazione complessiva italiana, in cui superiore è la quota di depositi presso le banche di maggiore dimensione (41,4%).

 Analizzando l’evoluzione degli impieghi per settore di attività tra 2009 e 2011 è possibile osservare come il credito alle imprese si sia caratterizzato per una minore dinamicità rispetto al credito alle famiglie. L’evoluzione degli impieghi destinati alle imprese salernitane si è dimostrata ad ogni modo maggiormente vivace rispetto alla media nazionale, e piuttosto conforme alla dinamica degli impieghi regionali. Al 31 dicembre 2011, gli impieghi medi delle imprese salernitane risultano pari a circa 77mila euro, un livello secondo, in ambito regionale, solo a quello relativo alla provincia di Napoli (quasi 107mila euro), ma molto distante dalla media italiana (oltre 188mila euro).

 

“Dai dati rilevati per il 2011 emergono segnali di assestamento e, in alcuni casi, di timido segnale di ripresa - dichiara il presidente della Camera di Commercio di Salerno Guido Arzano – soprattutto in considerazione dei pesanti cali registrati nel 2009 e nel 2010. Allargando l’orizzonte di osservazione all’ultimo decennio, constatiamo che tutto lo scenario produttivo provinciale è sostanzialmente cambiato, confermando indirettamente la strategia perseguita da un anno a questa parte dall’Ente camerale che vede nella infrastrutturazione del territorio e nell’integrazione dei settori dell’agricoltura, del turismo e della logistica l’asse su cui disegnare lo sviluppo futuro".