Nocera Inferiore. Si chiama «umido» la nuova emergenza sul fronte rifiuti a Nocera Inferiore. Quella frazione organica, che tanto si raccomanda di differenziare, sta per trasformarsi in un serio pericolo di natura sanitaria per la città capofila dell'Agro. Anche i comuni limitrofi, Pagani, Nocera Superiore e anche Cava de’ Tirreni, sembrano avere il medesimo problema che, con le temperature elevate di questi giorni, sta diventando un vero dramma. Le città sono stracolme di frazione umida per l'impossibilità di conferirla nei siti predisposti, quelli in Campania, che si contano sulle dita di una mano, sono ormai saturi e quelli fuori regione non sono più disposti ad accogliere rifiuti dalla nostra regione. A Nocera Inferiore, in particolare sono oltre 150 le tonnellate ammassate nei due siti provvisori di Codola e Beton Cave che stanno andando in rapida decomposizione. Da oltre dieci giorni

nessun carico viene più accolto dai siti abituali di Trapani, Catania e di alcuni della Calabria. Seriamente allarmato, l'assessore all'ambiente e all'ecologia del Comune nocerino Luca Pucci, chiama a raccolta gli amministratori delle altre città invitandoli a fare fronte comune per chiedere alle autorità preposte una soluzione urgente e concreta. «Abbiamo un problema serio e sicuri disagi per i cittadini con i quali ci scusiamo. Sono già dieci giorni che non riusciamo a conferire la frazione umida che in città non viene raccolta in modo regolare. Abbiamo un'enorme quantità stoccata che ci crea problemi di natura gestionale e che a breve ci creerà sicuri problemi sanitari. Lancio un appello forte e accorato agli altri amministratori del territorio perché quello della frazione umida non è un problema che riguarda solo Nocera Inferiore». Inammissibile, secondo Pucci, che a pagare le conseguenze più pesanti siano proprio i Comuni che da tempo abbiano avviato una concreta raccolta differenziata. «Su questo fronte viviamo un paradosso – perché vengono penalizzati quei Comuni che riescono da tempo a differenziare in maniera concreta. Al danno la beffa perchè ci ritroviamo con un'ingente quantità di umido e non sappiamo dove sversarlo. Quello che mi preoccupa e che mentre si discute di discariche e siti da individuare per il secco e l'indifferenziato non esiste una programmazione seria per la frazione umida che rischia di far collassare le nostre città». (Algia Testa)