Con i solenni funerali che si debbono ad un cittadino illustre, Salerno ha saluto ieri in cattedrale Vincenzo Buonocore, giurista di fama internazionale, ex parlamentare e rettore dell’ateneo negli anni del suo insediamento nella Valle dell’Irno. «Valuteremo con il senato accademico l'ipotesi di intitolargli l'aula magna dell'Università», ha detto il rettore Raimondo Pasquino, che ieri ha guidato un folto gruppo di accademici. «Sarebbe il massimo doveroso riconoscimento – aggiunge Pasquino, che ammette di essersi recato spesso per consiglio da Buonocore -. Aveva una grande capacità di analisi». Dello stesso avviso l'ex rettore, Giorgio Donsì, che parla di «un simbolo etico e culturale autorevole per l'Università di Salerno». Presente anche l'altro ex rettore, Roberto Racinaro, che ieri ha firmato un profilo del suo predecessore sulle colonne del ”Mattino”. Il rito funebre è stato presieduto dall'arcivescovo Gerardo Pierro, che già ad inizio celebrazione ha avuto le prime parole di cordoglio: «La città ha perduto una grande luce. Il fatto che siamo così numerosi stamani conferma la stima che noi tutti avevamo per lui». Nell'omelia il ricordo di Buonocore, legato all'arcivescovo da antica amicizia: «L'Università, oggi così grande, gli deve molto. Così come ricordiamo il suo rigore scientifico e la sensibilità al dettato costituzionale che lo portava a dare il giusto sostegno ai meritevoli. A tratti poteva sembrare eccessivamente severo, ma i primi ad apprezzarlo per questo sono proprio i suoi studenti. Tutti i suoi incarichi sono stati rivestiti con generosità e altruismo, uno spirito di servizio che è nel Dna della sua famiglia. Ricordo il padre Luigi, sindaco impegnato a dare un nuovo volto alla città negli anni della ricostruzione». L'arcivescovo ha esteso le sue condoglianze alle famiglie «Buonocore, Rescigno, Valiante e Virtuoso. Un affettuoso pensiero va al nipote, il carissimo don Pietro Rescigno». Presenti le sorelle e i fratelli del giurista scomparso a 77 anni dopo una lunga malattia: Luisa, Teresa, Michele e Anna, i cognati, i nipoti ed il fidato collaboratore Barbarino. Tino Iannuzzi, deputato e segretario del Pd in Campania, lo ricorda sotto diversi profili: «Maestro in politica, amico, esempio, consigliere. Mio padrino di cresima e testimone di nozze. Ma al di là del dato personale ricordo il suo essere maestro a 360 gradi. Per lui il docente doveva essere integerrimo anche nella vita. Il rapporto con gli allievi era sacro: da deputato non ha saltato una lezione e ha continuato persino a seguire i tesisti». In sintesi Iannuzzi sottolinea le grandi lezioni di vita di Buonocore: «Nel '92, dopo la mancata rielezione al parlamento, uscì di scena con eleganza e in punta di piedi, tornò ad occuparsi dei suoi studi. Nell'ultimo decennio è stato il precursore degli studi giuridici su etica e impresa». Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, è intenzionato a promuovere iniziative che ricordino in maniera permanente Buonocore: «Penso non solo ad una eventuale segno nella città, ma ad un'azione di valorizzazione del suo impegno e della sua memoria». Parole di omaggio anche dal presidente della Provincia, Angelo Villani, che parla di «una esemplare dedizione alla cultura, al sociale ed alla politica». Renato Cascone ne mette in evidenza il profilo di impegno: «La politica di oggi suscita indignazione, la sua suscitava formazione». Il foro salernitano, rappresentato dal presidente dell'ordine Americo Montera, ha ricordato colui che di recente aveva festeggiato mezzo secolo di toga come «un autentico campione del diritto». Tra i presenti Andrea Annunziata, Alberto Venutolo, Alberto Amatucci, Adolfo Zambelli, Gianfranco Valiante, Rino Sica, Luigi Kalby, Giuseppe Amato, Pasquale Stanzione, Pasquale Colella, Nicola Oddati, Lelio Schiavone, Pino Acocella, Gené Andria, Ambrogio Ietto, Michele Pinto, Mario Valiante, Angelo Trimarco, Maria Paola Fimiani, Peppe Blasi, Antonio Bottiglieri, Mariella Pasca, Stefano Pignataro, Alfonso Andria, Pasquale Andria, Antonio Zinna e Nicola Crisci, curatore del volume "Scritti in onore di Vincenzo Buonocore": opera di 204 giuristi che nelle quasi 5000 pagine di un volume enciclopedico rendono omaggio all'incontrastato "maestro del diritto".
Fonte: Il Mattino