Mercato San Severino, Estorsione, condannati il mago e la moglie

Roccapiemonte. Tre anni e quattro mesi di reclusione per il mago Salvatore Bifera di 49 anni, residente a Mercato San Severino, a poca distanza dal confine con Roccapiemonte, e per la moglie. I due sono stati condannati dal tribunale di Nocera Inferiore per estorsione nei confronti di una donna che era andata a farsi leggere le carte dal quarantanovenne sanseverinese, e successivamente l'avrebbero minacciata di andare all'azienda dove lavorava per mettere in campo comportamenti tali da indurre il suo datore di lavoro a licenziarla se non avesse pagato dei soldi. I due fissarono un appuntamento per la consegna di due banconote da 50 euro, ma al pagamento intervennero i carabinieri. I due coniugi, però, sono stati assolti dal reato di tentata truffa per aver prospettato alla vittima la necessità di un rito purificatorio per eliminare la negatività che l'aveva colpita, per procurarsi mille euro. La vittima dei coniugi di Mercato San Severino era una donna di Roccapiemonte che pare avesse conosciuto i due dopo aver accompagnato una amica dal mago e anche perché sua figlia e quella dei coniugi Bifera, frequentavano lo stesso corso di catechismo. «La mia assistita – ha affermato l'avvocato Antonio Ferrentino, parte civile nel processo – nel 2006 accompagnò un'amica che voleva farsi leggere le carte dal signor Bifera, ma poi ebbe altri incontri con il mago sempre per trarre auspici dalle carte. Dalle carte, il signor Bifera, avrebbe scoperto che molte negatività circondavano la mia cliente e che questa era attorniata da persone che le volevano male. Dopo qualche tempo, Bifera avrebbe cominciato a chiedere larvatamente dei soldi. Nel dicembre del 2006 la richiesta di denaro diventò più pressante, fino ad arrivare a mille euro: la mia assistita, a questo punto, decise di rivolgersi ai carabinieri che si appostarono e intervennero al momento in cui lei consegnò a Ferraioli due banconote da 50 euro, preventivamente segnate e fotocopiate». Tutt'altra la tesi difensiva dei due imputati: «Il mio assistito – ha affermato l'avvocato Rosa Fezza, che assiste i Bifera – ha riferito che la donna di Roccapiemonte era andata da lui più volte perché aveva problemi con il suo convivente e che non aveva pagato. Il signor Bifera aveva annotato su un quaderno che la "cliente" le doveva 100 euro quale compenso delle prestazioni da lui fornite. Non c'è stata nessuna minaccia, in particolare di rivolgersi al datore di lavoro della donna per farle perdere il posto».

Fonte Il Mattino