Tir riciclati: si costituisce Pasquale Fiore

Sarno. Si è costituito ieri mattina, intorno alle 9.30, ai carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore, Pasquale Fiore, 60 anni, sfuggito venerdì scorso alla cattura nell'ambito dell'operazione «Dirty Trucks». Accompagnato dai suoi legali di fiducia, Michele Sarno e Ugo D'Angelo, si è consegnato nelle mani del tenente Erich Fasolino. Fiore, che nel 2006 subì un delicato intervento chirurgico al cuore in una clinica di Montecarlo, è accusato di essere il capo e la mente di un'associazione per delinquere dedita alla ricettazione e al riciclaggio di autocarri rubati, per un giro d'affari di circa 3 milioni di euro. Giovedì sarà interrogato. Ancora irreperibile invece David Mitica, 42 anni, cittadino rumeno residente a Latina.

La banda, con sede operativa a Sarno, operava tra la Campania e il Lazio. Quattordici gli indagati. L'operazione dei carabinieri del nucleo operativo di Nocera Inferiore, diretti dal tenente Erich Fasolino e coordinati dal maggiore Massimo Cagnazzo, aveva portato venerdì scorso all'arresto di tre persone. Cinque le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Furio Cioffi su richiesta del pm Elena Guarino, di cui tre eseguite. A finire in manette Vincenzo Granato, 40 anni, di Sarno, Luigi Capasso, 47 anni, di Ottaviano, Antonio Tarantino, 52 anni, di Napoli. Tra le altre persone indagate, Luigi e Raffaele Fiore, di 27 e 35 anni, Antonio Esposito, 42 anni, e Antonio Squillante, di 45 anni, tutti di Sarno, Antonio Marrelli, 38 anni, di Fontanarosa (Avellino), Sandro Panico, 45 anni, di Roma, Necolai Sorescu, 38 anni, residente a Latina, Orazio Soviero, 47 anni, di Striano, e Giovanni Tessitore, 33 anni, di Frignano (Caserta). Le indagini dei carabinieri si basano su numerose intercettazioni telefoniche e pedinamenti, tra il mese di aprile e ottobre del 2006.

I tir rubati (procacciati dai cittadini rumeni David Mitica e Necolai Sorescu), venivano riciclati cambiando i numeri di telaio e motore, grazie all'opera di Tarantino, e rimessi in circolazione con targhe e documenti di altri autotreni incidentati, precedentemente acquistati in alcuni centri di rottamazione di Parma, Brescia e Treviso. Secondo gli inquirenti, i figli di Fiore, Luigi e Raffaele, avrebbero coadiuvato il padre nell'attività illecita (anche se il gip Cioffi non ha ravvisato a loro carico gravi indizi di colpevolezza). Tra i fiancheggiatori di Fiore, figurano anche Antonio Squillante e Antonio Esposito. I due dipendenti dell'ex cava estrattiva Recedil srl, avrebbero fornito appoggi di tipo logistico. In particolare Esposito avrebbe messo a disposizione un capannone per parcheggiare i camion in attesa del «pezzottamento».